martedì 12 gennaio 2021

 1942/43 - "FAA SAN MARTEN" : I FRATELLI GRAZIOLI

Chi non ha conosciuto i fratelli Grazioli, Fiore e Ottavio? Tutti noi li ricordiamo: due persone gentili, grandi lavoratori, gente silenziosa, operosa. Cosa sappiamo delle loro vicende umane? Poco o niente.
Bene, dovete sapere che la loro famiglia originaria viveva tra le lande della pianura padana tra Brescia e Mantova e seguiva quella che veniva detta la regola di S. Martino, antica tradizione agraria legata ai contratti di mezzadria. Per capirci, il giorno 11 novembre coincideva con la fine dei lavori agricoli e con essa anche la fine dei contratti agrari. Questo per i contadini voleva dire o conferma o trasloco in altra terra, in altro luogo; una vita lenta fatta di fatica e povertà estrema, di arrivi e ripartenze.
Così era per i Grazioli, Fiore, Camillo e Ottavio che con la sorella Pierina nacquero ognuno in un luogo diverso, chi a Lonato, chi a Dorigo, chi a Castellucchio. Morì poi tragicamente il padre in giovane età, e loro vissero così di questa ciclicità e di questi attendimenti infiniti, dove ogni inverno ci si doveva confrontare con la nuova contrattualità, sino a quando non furono arruolati nell’esercito per andare alla guerra di Mussolini lasciando madre e Camillo minorenne soli ad arrangiarsi come meglio potevano..
Con Fiore e Ottavio lontano da casa il terzo figlio ebbe la dispensa dalla vita militare, vista la situazione familiare, ma come sempre anche in questa vicenda umana non tutte le cose andarono come dovevano andare e la vita riservò loro un destino diverso da quello che sino a quel momento gli astri avevano loro assegnato.
Per il momento vi racconterò dei 2 fratelli Fiore e Ottavio, tutti e 2 spediti in Africa e tutti e due coinvolti in vicende di guerra che non raccontarono mai, come è tipico di chi avendo vissuto umane tragedie, non ne vuole parlare.
Sappiamo però che dopo il fatidico 8 settembre Ottavio (padre di Dante Grazioli) fu fatto prigioniero dagli Inglesi e finì nel campo di prigionia di Zonderwater in Sudafrica dove, sopravvissuto alle terribili consegne della carcerazione, lasciato libero dai vincitori inglesi, senza una lira in tasca si ingegnò e si imbarcò verso la fine del 1945 su un cargo per rientrare in Italia, ma, partì per un lungo viaggio, che in realtà lo portò in estremo Oriente, prima in india, poi nelle Americhe e infine nel 1947 finalmente sbarcò in Italia dove, reincontratosi con la famiglia, decise insieme ad essa di venire qui in Peveranza.
Fiore (padre di Alfa moglie del Gaetano Cattaneo) invece, sbandato anch’egli con l’otto settembre, rientrò faticosamente in Italia e si diede alla clandestinità sino alla fine della guerra ricongiungendosi con i suoi come soprascritto.
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Di loro abbiamo qualcosa di unico e raro, una foto che li ritrae a cavallo di una motocicletta Gilera nel deserto africano (non sappiamo in quale data 1942?1943?), in divisa e quindi in arme Ottavio con il classico cappello da Bersagliere e Fiore con le mani nei capelli; un fotogramma che oggi ci consegna per l’eternità questa immagine frutto della casualità e del fato, che vide i loro reparti incrociarsi nello stesso lembo di terra e per pochi giorni li mise uno di fianco all’altro. Poi, il destino, sempre beffardo, li divise, inviandoli lungo il fronte con le conseguenze di cui ho raccontato sopra.



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Sembrerebbe che la storia finisca qui con un lieto fine, ma non fu così: della sorella sappiamo solo che purtroppo morì giovane e di lei non abbiamo testimonianza dai nipoti se non che era maritata, come detto anche il padre morì giovanissimo ma del 3° fratello, Camillo, cosa sappiamo?
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Che fine fece Camillo, il terzo maschio di casa esonerato e predestinato al sostentamento della madre? Ma in realtà chi era Camillo e cosa sappiamo di lui? e perché sul monumento ai caduti si trova il nome di un altro Grazioli, Dante? c’era un altro fratello?
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Dante Grazioli lo conoscete tutti si chiama così in onore dello zio disperso in guerra.
Ma se i fratelli si chiamano Fiore, Ottavio e Camillo, chi è Dante?
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Ecco che la voglia di dare corpo alla vita di questi uomini mi ha mosso in questa ricerca di notizie e fatti per raccontare di loro e di quanto accadde nei mesi di guerra successivi all’estate del 1942, e qui come sempre la vita ci ha riservato una sorpresa che per la famiglia Grazioli risulta clamorosa e ve ne racconteremo nel prossimo atto di testimonianza.
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Un grazie infinite alle famiglie Grazioli e Cattaneo per avermi permesso di raccontare e ricostruire le vicende dei loro padri.
Foto Archivio Grazioli-Cattaneo

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