1935
GENNAIO
Lettera
Aperta. Egregio Sig. Parroco sul nostro
giornaletto ho letto l’articoletto della cinta del giardino parrocchiale dove
si lanciava l’idea come ricordo dell’anno santo e del quinquennio di parrocchia
di costruire delle cappelle della Via Crucis. Ebbene mi permetta sig. Parroco
che anch'io manifesti la mia idea. A dire il vero non è una cosa mal pensata il
fare un ricordo, ma la Via Crucis sulla strada pubblica, non sono troppo
indicate, non le pare Sig. Parroco? Non sarebbe meglio rimandare la bella idea
della Via Crucis a quando faremo la grotta nel Cimitero vecchio, le stazioni
della Via Crucis attorno alla cinta sarebbero proprio una bella cosa e le buone
donne potranno fare tanto bene per i poveri morti. Come ricordo non si
potrebbe invece innalzare una bella
Croce nel giardinetto che c’è di fianco alla Chiesa. E’ un bel posto ed
anche indicato. 24 novembre 1934. Suo devotissimo Parrocchiano.
Un po’ di
storia. (introduzione). Fare una piccola e popolare storia del nostro
paesello non vuol dire mettersi in mente di portare le sue origini al tempo
del diluvio Universale, oppure al tempo dei romani, mettendo in campo tante
favolette per far discendere i nostri antenati dai greci o dai franchi. Dire è
facile, ma provare con fatti alla mano, l’antichità di un paesello, è una cosa
molto difficile a chi ben considera la mancanza quasi assoluta di documenti
storici. non è poi logico esagerare le cose tanto da far dir di si ai lettori
come si farebbe col povero orso degli zingari quando essi tirano la cordicella
dell’anello al naso della povera bestia. Certo che i documenti sono pochi e
molto incerti, bisogna lavorare molto per ben disporli, per rischiarare le
parti oscure. noi ci accontenteremo solo di una breve storia popolare basandosi
sui fatti e documenti storici che dopo paziente lavoro di ricerche in
biblioteche e archivi parrocchiali abbiamo potuto trovare.
Nati. Saporiti Vittoria di Carlo e
Crosta Giampiero di Giovanni.
Morti. Saporiti Vittoria di Carlo.
Matrimoni. Macchi Pierino con Mussi Ida.
FEBBRAIO
Albo d’oro:
Il Sig. Guglielmo Saporiti nel
giorno anniversario della morte della sua sorella ricordandola, volle donare al
nostro Asilo un bellissimo cavallo a scocca.
Risposta
alla lettera aperta. Carissimo
Mi fu assai gradita la lettera che ho letto sul giornaletto e le tue belle osservazioni.
E’ proprio vero che 4 occhi veggono meglio di 2, io ti ringrazio. Certo che se
il nostro Comune ci concederà il terreno del vecchio Cimitero noi convertiremo
quel luogo sacro dove riposano i nostri antenati in un bel santuario all'aperto
costruendo una grotta di Lourdes, dove potremo anche celebrare la S. messa ed
anche fare il mese di Maggio in quei giorni che il tempo ce lo permetterà.
Certo che quivi è proprio il posto indicato per ergere una bella Via Crucis, ed
il modello in gesso che tengo nel mio studio così ben riuscito mi richiamerà
sempre questa bella idea.
Ho accolto poi con grande entusiasmo la bella proposta
di erigere una bella croce nel piazzaletto della Chiesa, anzi metterò alla
porta della Chiesa un bel disegno, ed a dire il vero si sta già costruendola
alta più di quattro metri. Anzi ti posso anche dire che la inaugureremo alla
festa del S. Crocifisso che noi celebriamo tutti gli anni alla quarta di
quaresima, il giorno prima dell’Ufficio generale dei nostri morti.
Nati. Crosta Giampiero di Giovanni e
Angela Saporiti di Carlo.
Morti. Colombo Giovannina di anni 74.
Resoconti. In tutto l’anno ci furono nati
102 (vedi spiegazione in marzo); Morti 5; matrimoni 4. In questi trentaquattro
anni il minimo dei battesimi fu nell’anno 1917 con 3; il massimo nel 1902 con
21.
Il
minimo degli sposi negli anni 15,16,18,32, che non si celebrò nessun
matrimonio; il massimo nel 23, 25, 29 con 7.
Il
minimo dei morti nel 1927 con un morti, il massimo nel 3, 4, 6, 23, con 14.
Le
S, Comunione in quest’anno furono 8200 circa 800 meno dell’anno scorso.
Le
cifre parlano chiaro che così non andiamo bene.
Un po’ di
storia. E’ un fatto indiscutibile che voler fare la storia di un paesello come
il nostro non è una cosa tanto facile, ci mancano i mezzi. Nessuno ci ha
tramandato notizie, una volta non si scriveva troppo, non come al giorno d’oggi
che si scrive troppo. Anche perché a dire il vero non c’era nemmeno motivo di
scrivere. Ed allora come si fa a sapere di centinaia e centinaia di anni fa?
Per le città e le grosse borgate è più
facile a trovare sui libri degli accenni, noi invece dobbiamo basarci non poco
sulla storia dei popoli vicini e dalla loro storia prendere date e fatti che
occorrono al caso nostro. La difficoltà è tutta qui trovare nella storia dei
vicini, sui libri e sulle carte vecchie i fatti che ci interessano e da quelli
dedurne la storia. Alle volte sono scritti illeggibili, scritti coll'inchiostro
che coll'andar del tempo si è scolorito, alla volta sono fatti che si
contraddicono ed allora la pazienza gioca un brutto tiro. Noi però nella nostra
piccola storia popolare non vorremmo pretendere di dare le origini al nostro
paesello a 2000 od a 3000 anni fa come si pretende di Cairate, a rischio di
invece di fare la storia di dire delle storie. Noi ci accontentiamo di farlo
risalire a circa seicento anni fa ossia verso il 1300.
Difatti ho potuto
rintracciare tra molti scartafacci una scrittura del Notaio Ambrosolo Aresis
di Milano che parla di Peveranza, ed eravamo nel 1363 ed accennava ad un legato fatto alla cura di Piperantia (così si chiamava allora il
nostro paesello, e in latino porta ancora questo nome). Più tardi un altro
notaio Bellino Merlino di Milano
ricorda un altro legato che rimonta al 1368.
Nel Castello dei Conti di Castiglione ho trovato una scrittura che rimonta al 1478 dove si parla che essi
possedevano una cappellania a Peveranza sotto il titolo della B.V. Assunta. Ed
anche tra essi hanno il diritto di Patronato, e tutti i parroci prima di essere
nominati dal Cardinale debbono essere approvati da loro. Un legato di 12 S.
Messe annue ci ricorda ancora la cappellania. Ed allora è spontanea la
conclusione, segno che già nel 1300 esisteva.
MARZO
In Casa Nostra.
Storia di Peveranza. Messo come fondamento che
Peveranza già esisteva fin dal 1300 come abbiamo dimostrato, ora ci resta da
dire qualche cosa delle origini. ora prima di continuare trovo necessaria una
disgressione e dire due parole di storia degli altri paesi circonvicini e così
resterà più facile proseguire. Per primo debbo parlarne di Castel Seprio per la
sua importanza storica. Ma di questo ne farò parola la prossima volta.
Asilo. Il nostro Sig. parroco ha
voluto corredare il nostro Asilo di una bella pallottoliera, così sarà facile
imparare l’enumerazione.
Battesimi per errore va corretto che i
nati nel 1943 furono 10 più 2, non già come fu stampato 102. Osellame Carlo Giuseppe di Luigi; Elia Ferdinanda Assunta Saporiti di Angelo. Crosta Giampiero
di Giovanni di giorni 40.
APRILE
In Casa Nostra.
Ufficio Generale. La festa che in questo mese ha attirato tutta la
nostra attenzione fu la festa del S. Crocifisso e dell’Ufficio Generale ai
nostri poveri morti.
Come
già ne avevo fatto parola, abbiamo
benedetto la bella Croce che venne eretta vicino alla chiesa come ricordo dell’anno
santo. E’ ben riuscita ed attirò la compiacenza di tutti. Essa si eleva in un
bel giardinetto circondata da fiori.
Ai lati in bei caratteri di bronzo stanno
scritte le seguenti diciture: “Ave Crux
Spes Unica – Per Crucem redemit
mundum – Anno Domini 1935 – Erecta a Sac. Ioannes Croce Parroco”.
Furono Padrini il Sig. Tobia Scandroglio Vice Podestà ed il Sig. Rag. Luigi
Montalbetti.
Il Parroco di Bolladello Sac. D. Rodolfo Miriani tenne un
bellissimo discorso di circostanza. Alla sera venne artisticamente illuminata.
Muore il papà di Don Giovanni il sig. Gaetano Croce.
Nati. Montalbetti Vittorio Gaetano di
Eugenio.
Albo d’oro:
Saporiti Martina dalla lontana
America si è ricordata dei bisogni della nostra Chiesa e ci ha mandato L. 100.
A lei giungano i nostri sentiti ringraziamenti e dal Signore le sue
benedizioni.
Un po’ di
storia. Avevo detto che per meglio conoscere la storia del nostro paese era
necessario mettere come cornice la storia dei paesi vicini, e primo per la sua
importanza è Castel Seprio. Immaginino i miei lettori che Castel Seprio una
volta non era come lo è ai giorni nostri, un piccolo paesello, poco più del
nostro conta solo una qualche centinaio di anime più di noi, ma una volta era
la Milano del Varesotto, anzi Milano stessa ebbe più di una sconfitta, più di
una volta i nobili milanesi si inchinarono davanti ai Signori di Castel Seprio
pregando e chiedendo mercè. Io ora intendo fare una storia completa, ma solo un
piccolo ricordo, la storia la lascio fare agli studiosi, perché purtroppo manca
e nessuno si mette all'opera, e sarebbe un bene far conoscere la potenza di
questa città scomparsa e di cui ora non restano che poche rovine.
La sua fondazione venne parecchio tempo prima del
Cristianesimo ancora ai tempi dei Romani. Si dice fondata dagli Insubri, popoli
barbari calati dalle Alpi e trovatisi ai piedi della grande pianura padana
sulle sponde dell?olona vi fondarono questo castello per difesa e sicurezza. La
posizione era splendida mentre nel davanti vi era una certa pianura era ben
difesa alle spalle, dal colle che calava a picco sul fiume. molti se ne dice
del nome, alcuni lo fanno derivare da Castrum, che vuol dire castello e da
Insubrum, dagli insubri ossia castello fondato da questi popoli barbari.
Altri invece lo fanno chiamare Castello di Severo perché
fondato dai Romani (castel sever) Severo imperatore Romano che andava in Gallia
(Francia) a conquistare, fondò questa castello che servisse di guarnigione e di
sicurezza per le conquiste, ed allora la fondazione rimonterebbe a circa 150
anni dopo Cristo. Di fatto troviamo altri paesi fondati in questo modo, come
Castronno, Casbeno. ecc.
Io però riterrei la sentenza più consona che farebbe male
a nessuno, che cioè fu fondato antichissimamente dagli Insubri e poi
conquistato dai romani che la abbellirono e la fortificarono di più.
Un po’ di
storia. Castel Seprio giunse a tanta potenza persino di vedere più di una volta
il gonfalone di S. Ambrogio piegarsi davanti alle sue mura. Da qui il
Barbarossa prese le mossa contro Milano, ma incontratosi coi milanesi stretti
attorno al carroccio nei pressi di Legnano era sconfitto ed a mala pena potè
fuggire grondante di sangue. Nel 1162 i Sepriesi, in lega con i Cremonesi ed i
Lodigiani abbattevano Milano. Ma che avvenne dopo tanta potenza? perché ora
rimane che pietra sopra pietra?
In Cinque
Anni.
E chi non ricorda la costruzione del nostro oratorio? Quei giorni di
entusiasmo che abbiamo dato opera ed abbiamo messo la prima pietra? due più
vecchi del paese che ora riposano al Cimitero, Mussi Angelo e Crosta Angelo,
pieni di entusiasmo ebbero l’onore di deporre, i cantori con un bellissimo
coro, le campane a festa e si è lavorato fino a mezzanotte. Non è forse una
bella istituzione dove le fanciulle trovano asilo alla domenica, si divertono,
sono lontane dai pericoli, e sentono una buona parola? Peccato che fin ora non
si è potuto fare altrettanto per i figliuoli che sbandati girano per le strade
e per i boschi, che non sanno altro che giocare a soldi, e così fuggono dalla
dottrina, bestemmiano e si abituano a giocare d’azzardo ed anche a rubare. Se
ci fosse qualche buon uomo che lipotesse custodire sarebbe proprio una cosa
veramente grande da iniziare. Non manca ne la macchina del Cinematografo e
neppure quella delle proiezioni ma riposano in pace facendole funzionare non ci
danno nemmeno di coprire le spese ed attendono tempi migliori.
GIUGNO
In Cinque
Anni. Un’altra bella opera che fa onore al nostro Sig. Parroco in questo
lustro che è tra noi, è l’Altare della nostra bella Chiesa. Prima era una vera
sconvenienza, una bella chiesina con una mensa dell’altare fatta da un semplice
tavolato in mattoni appena levigato.
Ora, l'Altare, racchiude come tesoro particelle delle ossa di S. Sebastiano e S. Vittore Martiri che debbono essere i nostri protettori dal Cielo.
Il nostro Sig. Parroco che desiderava che anche la
nostra Chiesa fosse solennemente consacrata al Signore per tempo pensava a
ornarla di un bel altare tutto in marmo con una bellissima cena degli apostoli
modellata su quella di Leonardo da Vinci, e tutto riuscì a dovere. E chi non
ricorda ancora la bella festa fatta il giorno di S. giuseppe del 1932. Come
dimenticare quando venne dal nostro Arcivescovo consacrato solennemente?
Un po’ di
storia. La distruzione di Castel Seprio. I Torriani sono in lotta con i
Visconti ed i padroni di Castelseprio ne sono coinvolti. I Torriani battuti a
Desio dall'Arc. Ottone Visconti di Milano più per intrighi che per valore
cercano rifugio a Castel Seprio dove Guido da Castiglione promette aiuti.
Ottone Visconti la cinge d’assedio nel 1285 che dura sei mesi ma non riesce ad
abbatterlo. Per vendetta vien preso un Torriano e messo in una gabbia di ferro
e posto come un merlo sulla torre del Baradello di Como che moriva per le
intemperie e per gli strazi indicibili. I Sepriesi erano ben fortificati, ma
per loro sfortuna non avevano acqua come del resto anche ai giorni nostri. Ed
allora avevano una via sotterranea nascosta che congiungeva il castello fino al
fiume Olona presso un antico Monastero nei pressi di Torba. ottone non è
contento della mal riuscita dell’assedio e dove non giunse colle armi vuol
giungere col tradimento. Di fatti nel 1287 prende alcuni soldati delle valli
d’Ossola li traveste da spazzacamino che entrano in città e lan notte del 27 al
28 marzo armati assaliscono le sentinelle e le uccidono. intanto erano
appostati di nascosto i soldati di ottone che entrano e mettono tutto a sacco e
a fuoco. I Torriani e Guido si difendono disperatamente da leoni, ma il
castello è preso. guido a stento può fuggire ferito e rifugiarsi nel suo
castello di Castiglione. Fu la fine di Castel Seprio. Premeva troppo a Milano
ed ai Visconti disfarsi di questa potenza che dava loro noia e come un giorno i
Romani gridavano, bisogna distruggere il Seprio. Così venne raso al suolo ed
ancora oggi si lege negli annali di Milano la terribile sentenza “ Castrum
Seprium destruator et desctructum perpetuo teneatur et nullus audeat vel
presumat in illo monte habitare”. Così è scomparsa per sempre una potenza. Solo
come antico ricordo rimane l’antica chiesetta che purtroppo non è meta delle
grandezze della religione e della Patria ma di baccanali. Però rimane sempre
vero. Le potenze del mondo scompaiono: una cosa sola rimane e rimarrà nei
secoli: la Chiesa e la Religione.
LUGLIO
La Prima Comunione. Ecco i nomi dei neocomunicandi:
Martegani Angelino Padrino suo papà Giuseppe;
Martegani Angelino Padrino suo papà Giuseppe;
Saporiti Francesco, Padrino Cervini Aldo;
Cattaneo Antonia, Madrina (?);
Cattaneo Antonia, Madrina (?);
Paterlini Amelia, Madrina sua sorella Ida;
Gatti Angelina, Madrina Gatti Angela;
Montalbetti Angelina, Madrina (?);
Baggio Maria, Madrina (?).
In Casa Nostra.
Premi. hanno meritato un premio per la frequenza della dottrinetta e
una passeggiata in automobile:
Saporiti Mario;
Macchi Giancarlo;
Croce
Giancarlo;
Minelli Ida;
Macchi Mariuccia;
Saporiti Angela;
Mussi Enrica.
Hanno
meritato una bella passeggiata:
Saporiti Emilio;
Riolfo Mario;
Uslenghi Mario;
Nalessi Giulia.
Hanno
meritato un regalino:
Mascarello Giovanni;
Uslenghi Peppino,
Canavesi Sergio,
Saporiti Paolino;
Barbieri Irma;
Baggio Silvia.
Un po’ di
storia. La distruzione era avvenuta e la terribile sentenza era stata
pubblicata. La vicina gallarate era troppo interessata a far si che il decreto
fosse mantenuto alla lettera, perché colla caduta del castello essa ne aveva
guadagnato in prestigio. però passato il tempo anche la minaccia era diventata
leggera ed ecco che fin dal 1300 vediamo già sorte molte case non più col nome
di Castel Seprio ma di Vico Seprio a ricordo dell’antico.
Oggi noi lo vediamo un piccolo paesello di circa 700
abitanti che contende almeno l’antico nome, ma purtroppo anche il diritto di
comune è scomparso e venne unito a Carnago, ed il nome fu dato a parecchi paesi
vicini a Saronno col nome di Comuni del Seprio. Speriamo che col tempo venga
messo nella luce che si merita tanta potenza ormai scomparsa.
Ora ci rimane a dire qualche cosa di come era retta
religiosamente, e questo ci darà anche un po’ di luce sulle origini di
Peveranza. Antichissimamente prima della venuta di nostro Signore esisteva nel
castello un tempio pagano dedicato ad Ercole il grande potente per la forza
dell’antichità, questo castello venne poi trasformato dai cristiani in una
bella basilica, dedicata a S. Giovanni, come si è da testimonianza un frammento
di una lapide che venne scoperta dove sorgeva la torre campanaria. In questa
basilica risiedeva un capitolo canonicale ed un abate mitrato anzi ci fu un
tempo anche un Vescovo.
Qui conveniva alla domenica e per le solennità religiose
i popoli dei paesi circonvicini di Cairate: Peveranza, Bolladello, Rovate,
Carnago, Torba, Gornate.
Distrutto il castello venne costruita una chiesa
intitolata di S. Vito in un posto un
po’ più centrale verso Peveranza, località chiamata ancora S, Vito veniva a
funzionarla un canonico.
Ma ecco
sorgere il malcontento perché troppo discosta e non tutti i paesi vicini si
sentivano di venire, e per primo Cairate, costruì una cappella, Bolladello una
a S. Giacomo, così Carnago. Anche Peveranza per alcun tempo va a Bolladello e
poi i Conti di Castiglione fondano una cappella in onore a Maria SS. Assunta e
vi legano delle cappellanie (ricostruzione molto fantasiosa ndr).
Legati che esistono ancora oggi col diritto di Patronato nella nomina dei
Parroci.
Anche Vico Seprio ne costruisce una più comoda, S. Maria Rotonda che
esiste ancora. Abbandonata così l’antica chiesa cadde in rovina e sparve.
Ma S.
Carlo ne fu contento di quella cappelletta e promise se avessero fatto una
nuova chiesa di erigere la parrocchia. Ecco allora sorgere la presente in onore
a S. Nazario e Celso verso il 1578 e la fondazione a parrocchia nel 1605.
AGOSTO
In Casa Nostra.
Gradito in modo speciale fu il bellissimo regalo che molti offrirono,
una bella Pisside ornata sul
piedistallo di tre belle medagliette di S. giovanni, del Sacro Cuore e della
B.V. Assunta. Pisside che si adopererà in tutte le belle solennità per le S.
Comunioni.
Nati. Macchi
Giovanna di Severino.
SETTEMBRE
In Casa Nostra
Nati. Saporiti
Teresa Francesca di Teodoro.
Matrimoni. N.N. con
N.N.
Nati. Macchi
Fabio di anni 73.
Un po’ di
storia. Già venne pubblicata una lunga storia di Cairate, che narra le origini
del monastero e del paese, noi diremo solo un breve cenno onde i nostri lettori
possano avere un’idea dei tempi passati.
Si dice che la fondazione di Cairate rimonti a circa
2300 o 2400 anni fa il tempo dei Fabi e della Repubblica Romana. Il suo nome
lo si può far derivare da diversi nomi come Cairata, Cariada, Cariade, Cariate,
e si dice che fu chiamato così dalla grande moltitudine delle noci o dalle
castagne che si raccoglievano allora, oggi non vi è nemmeno la stampa. Altri
però dicono che derivi da un nome che vuol dire altura, altri ancora da
Cairatese che significa grazia, vaghezza, saluto. Continuando così cadono nel
ridicolo. Noi però non ci interessa.
OTTOBRE
In Casa Nostra
Un po’ di
storia. Antichissimo a Cairate si ricorda e si vede tutt'ora il monastero delle
Suore benedettine costruito da Manegunda regina imparentata con Liutprando
costruito nel secolo ottavo Cairate fu sempre unito a Castel Seprio e colla sua
caduta ne sentì i tristi effetti della miseria e della carestia. Nel 1654
diventa feudo degli spagnoli e viene venduto per sole 1362 lire allora
vendevano non solo i terreni e le case ma anche le famiglie, erano 61 famiglie
a L. 41 per famiglia. però ebbero tanto buon senso di non vendere né il Parroco
e neppure le suore. Cairate allora comperata da un certo Giacomo Legnano. Interessante per noi troviamo
nell’elenco delle famiglie di allora una famiglia chiamata dei Peveri detti i
molinari o mugnai.
NOVEMBRE
In Casa Nostra. La festa della B.
V. della Salette. Abbiamo
voluto celebrarla con pompa sempre più grande e con uno scopo sempre più
devoto: non solo perché la B. V. ci protegge dai mali infettivi, ma anche che
protegga dai pericoli i nostri soldati.
Trono della Beata Vergine. Già dal nostro giornaletto venne
lanciata l’idea di fare un bel Trono alla B.V. onde tutti gli anni portare in
processione il Simulacro della B. Vergine Assunta. L’idea ha attecchito in
alcuni cuori e per riuscire vorrebbero che tutte le consorelle si offrissero
spontaneamente a versare in mano alla Priora una lira al mese.
Cinta del giardino Parrocchiale. E’ terminata e di grande
effetto, con un filare di bei vasi da fiore e di bocce. La via che prima era
più brutta ora è la più bella e non si vergognerebbe di stare in città.
Un po’ di
storia. Cairate vicino alla grande Seprio non poteva non partecipare alle sue
lotte, alle sue glorie ed alle sue sconfitte. ma distrutta Seprio cadde vinta
in mano ai Milanesi, e poi agli spagnoli che si impegnarono ad impoverirla ed a
gettarla nella miseria. Anche la peste del 1576 e del 1630 fece sentire la sua
mano forte. Si dice che quivi soggiornasse il Barbarossa nei giorni che
antecedettero la battaglia di Legnano e precisamente in foresteria del Convento
delle Monache. Religiosamente fu dapprima sotto Vico Seprio e poi sotto la
Pieve di Parabiago e poi Olgiate Olona e da ultimo al tempo di S. Carlo sotto
la Pieve di Busto Arsizio a differenza di Peveranza che dopo il Seprio passò
sempre con Gallarate.
DICEMBRE
In Casa Nostra. S. Carlo. Per iniziativa dei combattenti
siamo andati processionalmente al Cimitero a celebrarvi la S. Messa nella
Cappella dei Caduti.
Asilo. Da un mese la signora Maestra
ha dovuto abbandonare l’Asilo perché ammalata però speriamo che presto riprenda
il suo posto perché migliora. Fortunati noi che non ci manca mai la buona
volontà ed il grande zelo della nostra buona Sig. Maestra Carmelina.
Un po’ di
storia. Nulla abbiamo a che dire di diverso di quello che diremo di Peveranza,
solo che era già un piccolo paesello quando sorgeva Peveranza. Con Peveranza
era sotto Vico Seprio e civilmente e religiosamente, poi costruita la chiesa di
S. Giacomo e Filippo venne frequentata anche dai Peveranzesi, poi Peveranza
costruita la loro Cappella fecero da sé.
Nel 1566 la parrocchiale di Bolladello
era la Chiesa dedicata a S. Ambrogio lunga braccia 14, e larga altrettanto in buono
stato e già antica. Di essa si parla in una pergamena del 1356. Come
anticamente si usava si conservava la SS. Eucaristia in un ostensorio
collocato in un luogo decente del muro, non come usiamo oggi nel mezzo
dell’altare principale.
Era della parte destra dell’altare e con una lampada
accesa davanti. Vi erano poi due altari compreso l’altare maggiore. Sul
campanile vi erano collocate due campane. Il battistero era un altare forato
nel mezzo (niente meno) e ricoperto con una tovaglia. non vi erano reliquie di
Santi. Vicino alla chiesa vi era una casa nuova con orto ed una vigna di 18
pertiche in tutto ed un campo di 9 pertiche e questi beni appartenevano alla
Parrocchia.
Battesimi. Mussi
Egidio Giuseppe di Veglio.
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