DON GIOVANNI CROCE
IL PARROCO
1929/30 - Alla morte di don Orio, viene nominato vicario
spirituale il parroco di Rovate Luigi Bianchi ed il 29 novembre successivo
l’arcivescovo di Milano inviò in qualità di delegato il sacerdote Giovanni Croce[1],
coadiutore in Nova Milanese, che nel marzo del 1930 fu nominato parroco. Molte furono le opere che Don Croce Fece per la nostra Parrocchia, lavorò incessantemente per 54 anni, attraversando un epoca che vide il mondo insanguinarsi e i popoli frantumarsi in una guerra totale, ma nonostante ciò fece di tutto e ci riuscì, nell'operare per la nostra comunità e per le famiglie, promuovendo il lavoro, promuovendo la pace sociale e rendendo la nostra Parrocchia decorosa e sempre in ordine.
Uomo del suo tempo, seppe tenere testa alle vicende della vita e alla dabbenaggine degli uomini, attraversò un periodo nefasto e si adoperò per la rinascita, attese la stagione della sapienza e lascio tutti noi ai piedi della modernità.
Con
la venuta di Don Croce la Parrocchia si dotò di un giornale parrocchiale ad
uscita mensile che esordì nel mese di dicembre del 1930.
Sono
notizie molto sintetiche, ma ci danno uno spaccato delle problematiche che
viveva il paese in un periodo alquanto complesso.
LA CRONACA LOCALE
Attraverso
la cronaca sappiamo a conferma di quanto già scritto, che il paese all’alba del
1930, manca ancora dell’acqua potabile comunale “sana”, cioè della rete
pubblica; vi è un pozzo pubblico in via Cattaneo ma questi non è collegato ad
alcuna rete, e quindi la popolazione lo utilizza attraverso l’accumulo in
damigiane o piccole cisterne. Solo nel 1933 si provvederà a dotare il pozzo di
pompa elettrica, riuscendo così nel corredare il paese di una rete pubblica
dell’acqua solo nel 1939 e solo per metà villaggio!!!; Sempre nel 1933 appare la prima illuminazione
pubblica in Peveranza, ma bisognerà attendere gli anni 60 per avere una
illuminazione pubblica degna di tale nome... CAIRATE DELENDA CAIRATE!!!
L’AMORE PER LA SUA PARROCCHIA
Il
Don Croce prende subito a cuore il suo paese e come molti parroci dell’epoca
diventa la voce dei silenti, cioè di quella parte della popolazione che non
viene mai ascoltata e che vive rassegnata e dolente; egli si fa portavoce
dell’intero paese e si pone quale interlocutore attento e preciso verso quelle
istituzioni che restano sorde alle esigenze della nostra piccola comunità.
Come
sempre il Comune lontano dalla “frazione”, è poco incline ad ascoltare e
assecondare le primarie necessità della popolazione, solo dopo molteplici
richiami e piccate lettere il Parroco ottiene per i peveranzesi quanto
necessario, vedi l’annosa vicenda dell’acqua potabile testè citata e
precedentemente raccontata.
L’INFORMAZIONE
LIBERA
Il
giornale diventa così un importante informatore delle vicende peveranzesi e una
spina nel fianco di coloro che da sempre snobbano queste terre.
Il Parroco non
si ferma davanti a nessun sopruso! anzi fa nomi e cognomi di chi a suo parere
ostacola la crescita del piccolo paese, e nemmeno si spaventa di minacce e di
segnali che i politicanti locali, anche durante i tempi del ventennio, gli
fanno giungere.
Ecco
al dunque l’elenco delle notizie che riguardano la vita civile e religiosa, il
Parroco si sostituisce così alle assenti forze politiche che dovrebbero portare
in Municipio le istanze dei cittadini e si sostituisce anche nel momento in cui
fornisce servizi presso la casa parrocchiale che vanno a tamponare le carenze
pubbliche;
LA CARITA’
In
questo giornale locale si ricordano inoltre le persone meritevoli e i migranti,
che dalla fine dell’ottocento lasciano questa terra principalmente per
l’america del sud. Questi non dimenticando le proprie orgini si attivano con
generose offerte per la chiesa delle quali il parroco da ampio riscontro.
LA GUERRA
La pubblicazione del giornaletto si protrarrà sino
al giugno del 1944, per interrompersi e riprendere con l’aprile del 1947, le
notizie ivi contenute in quegli anni riguardano esclusivamente le celebrazioni
religiose, i lavori eseguiti nella parrocchiale, la Visita Pastorale del
Cardinale Schuster avvenuta l’8/9 marzo 1944, e le notizie riguardanti i soldati
di Peveranza presenti sui vari fronti di guerra.
Non andremo oltre su un
capitolo così delicato e ancora aperto.
LE
OPERE
Don Croce fu attivo nella manutenzione, cura e
abbellimento della Chiesa, Attuò interventi di restauro e ampliamento come la
introduzione sostanziale del Prònao che cambiò il volto alla Facciata
principale.
Aggiunse Campane al Castello inserito nel Campanile, abbellì con
vetrate l’interno della chiesa, alcuni di questi interventi sono ancora sotto i
nostri occhi oggi; ma soprattutto si offerse anima e corpo alla cura delle
anime, da buon pastore si dedicò sempre a indicare la via, a dare suggerimenti
e consigli e nei momenti ritenuti opportuni pubblicò paternali o reprimende,
dirette e immediate che andavano ad incidere sui cambiamenti dei costumi che
inesorabili trasformavano il vivere civile e le abitudini della nostra terra.
Si ha così una fotografia precisa dei fatti, dei
personaggi, dei luoghi e del pensiero di un epoca che sembra lontana anni luce
da noi; una fotografia che offre mille riflessioni sulla provincia Italiana che
andava via via modernizzandosi e sul cambiamento dei costumi, fatto questo che
ha trasformato per sempre i nostri destini.
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