mercoledì 2 ottobre 2019


DON GIOVANNI CROCE 
IL PARROCO




1929/30 - Alla morte di don Orio, viene nominato vicario spirituale il parroco di Rovate Luigi Bianchi ed il 29 novembre successivo l’arcivescovo di Milano inviò in qualità di delegato  il sacerdote Giovanni Croce[1], coadiutore in Nova Milanese, che nel marzo del 1930 fu nominato parroco.      Molte furono le opere che Don Croce Fece per la nostra Parrocchia, lavorò incessantemente per 54 anni, attraversando un epoca che vide il mondo insanguinarsi e i popoli frantumarsi in una guerra totale, ma nonostante ciò fece di tutto e ci riuscì, nell'operare per la nostra comunità e per le famiglie, promuovendo il lavoro, promuovendo la pace sociale e rendendo la nostra Parrocchia decorosa e sempre in ordine.



Uomo del suo tempo, seppe tenere testa alle vicende della vita e alla dabbenaggine degli uomini, attraversò un periodo nefasto e si adoperò per la rinascita, attese la stagione della sapienza e lascio tutti noi ai piedi della modernità.

Con la venuta di Don Croce la Parrocchia si dotò di un giornale parrocchiale ad uscita mensile che esordì nel mese di dicembre del 1930.


Sono notizie molto sintetiche, ma ci danno uno spaccato delle problematiche che viveva il paese in un periodo alquanto complesso.

LA CRONACA LOCALE
Attraverso la cronaca sappiamo a conferma di quanto già scritto, che il paese all’alba del 1930, manca ancora dell’acqua potabile comunale “sana”, cioè della rete pubblica; vi è un pozzo pubblico in via Cattaneo ma questi non è collegato ad alcuna rete, e quindi la popolazione lo utilizza attraverso l’accumulo in damigiane o piccole cisterne. Solo nel 1933 si provvederà a dotare il pozzo di pompa elettrica, riuscendo così nel corredare il paese di una rete pubblica dell’acqua solo nel 1939 e solo per metà villaggio!!!;  Sempre nel 1933 appare la prima illuminazione pubblica in Peveranza, ma bisognerà attendere gli anni 60 per avere una illuminazione pubblica degna di tale nome... CAIRATE DELENDA CAIRATE!!!

L’AMORE PER LA SUA PARROCCHIA
Il Don Croce prende subito a cuore il suo paese e come molti parroci dell’epoca diventa la voce dei silenti, cioè di quella parte della popolazione che non viene mai ascoltata e che vive rassegnata e dolente; egli si fa portavoce dell’intero paese e si pone quale interlocutore attento e preciso verso quelle istituzioni che restano sorde alle esigenze della nostra piccola comunità. 
Come sempre il Comune lontano dalla “frazione”, è poco incline ad ascoltare e assecondare le primarie necessità della popolazione, solo dopo molteplici richiami e piccate lettere il Parroco ottiene per i peveranzesi quanto necessario, vedi l’annosa vicenda dell’acqua potabile testè citata e precedentemente raccontata.

L’INFORMAZIONE LIBERA
Il giornale diventa così un importante informatore delle vicende peveranzesi e una spina nel fianco di coloro che da sempre snobbano queste terre. 
Il Parroco non si ferma davanti a nessun sopruso! anzi fa nomi e cognomi di chi a suo parere ostacola la crescita del piccolo paese, e nemmeno si spaventa di minacce e di segnali che i politicanti locali, anche durante i tempi del ventennio, gli fanno giungere.
Ecco al dunque l’elenco delle notizie che riguardano la vita civile e religiosa, il Parroco si sostituisce così alle assenti forze politiche che dovrebbero portare in Municipio le istanze dei cittadini e si sostituisce anche nel momento in cui fornisce servizi presso la casa parrocchiale che vanno a tamponare le carenze pubbliche;

LA CARITA’
In questo giornale locale si ricordano inoltre le persone meritevoli e i migranti, che dalla fine dell’ottocento lasciano questa terra principalmente per l’america del sud. Questi non dimenticando le proprie orgini si attivano con generose offerte per la chiesa delle quali il parroco da ampio riscontro.

LA GUERRA
La pubblicazione del giornaletto si protrarrà sino al giugno del 1944, per interrompersi e riprendere con l’aprile del 1947, le notizie ivi contenute in quegli anni riguardano esclusivamente le celebrazioni religiose, i lavori eseguiti nella parrocchiale, la Visita Pastorale del Cardinale Schuster avvenuta l’8/9 marzo 1944, e le notizie riguardanti i soldati di Peveranza presenti sui vari fronti di guerra. 
Non andremo oltre su un capitolo così delicato e ancora aperto.
  
LE OPERE
Don Croce fu attivo nella manutenzione, cura e abbellimento della Chiesa, Attuò interventi di restauro e ampliamento come la introduzione sostanziale del Prònao che cambiò il volto alla Facciata principale. 
Aggiunse Campane al Castello inserito nel Campanile, abbellì con vetrate l’interno della chiesa, alcuni di questi interventi sono ancora sotto i nostri occhi oggi; ma soprattutto si offerse anima e corpo alla cura delle anime, da buon pastore si dedicò sempre a indicare la via, a dare suggerimenti e consigli e nei momenti ritenuti opportuni pubblicò paternali o reprimende, dirette e immediate che andavano ad incidere sui cambiamenti dei costumi che inesorabili trasformavano il vivere civile e le abitudini della nostra terra.

Si ha così una fotografia precisa dei fatti, dei personaggi, dei luoghi e del pensiero di un epoca che sembra lontana anni luce da noi; una fotografia che offre mille riflessioni sulla provincia Italiana che andava via via modernizzandosi e sul cambiamento dei costumi, fatto questo che ha trasformato per sempre i nostri destini.
 



[1] Nato a Villastanza (Mi) il 16 marzo 1895 e deceduto il 5 gennaio 1981.

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