lunedì 7 ottobre 2019


1936 Dalla Voce del Parroco del mese di Ottobre



Festeggiamenti per il 50° di ordinazione Sacerdotale in Peveranza
di PADRE MANSUETO SAPORITI

“Solennissime feste commemorative si celebrarono nel paesello di Peveranza che sorge simpatico tra i colli del nostro Gallaratese. Volentieri facciamo posto alla bella pagina di cronaca in questa parte missionaria del Periodico perché il movente delle feste è stata la veneranda figura, ormai ottuagenaria, del M. R. Padre mansueto (Saporiti) da Peveranza che vive nel lontano Brasile infaticabile missionario fin dal 1892.
Ecco la cronaca: Per geniale iniziativa del Parroco di Peveranza, Don Giovanni Croce, quivi si è celebrato solennemente il 50° di sacerdozio del cappuccino Padre Mansueto Saporiti da Peveranza, Missionario nel Brasile del Nord, e precisamente nel Cearà a Fortaleza.
Dire che la festa è riuscita è dire troppo poco. Nell’occasione delle feste di agosto, sagra del paese, Peveranza ha voluto celebrare con tutto l’entusiasmo di un popolo tre date memorande: il 15° di sacerdozio del suo Parroco, l’Assunta e le Nozze d’oro del concittadino P. Mansueto.
Preparata con un triduo di predicazione, tenuto dal Padre Domenico da Origgio, cappuccino, nei giorni 12,13,14 agosto, la buona e lavoratrice popolazione di Peveranza vi corrispose con tutto lo slancio. 
Già tutto predisposto dallo zelante parroco, il popolo ha trasformato il suo paese in un vero e ameno giardino. Le porte delle case, le finestre, i vicoli, gli sbocchi, così numerosi nei paesi, vennero rivestiti di rami di verdi pini, larici e mirto, intrecciati di vasi di fiori naturali e mazzi di fiori artificiali. Fu una vera gara di anime e di cuori. Tutti andavano a gara nell’escogitare geniali parate e addobbi, per riuscire migliori onde gustare la gioia di poter dire: io ho fatto meglio di te: la nostra contrada è migliore della vostra. Gare dei paesi cristiani che strappano lacrime.
Gli archi trionfali sulle vie principali erano sette, in onore delle sette allegrezze di Maria SS.. Tutti superbamente magnifici e tra loro erano collegati da belle gallerie di zendali infiorati a variopinti colori, così da creare una fantasmagoria di fughe che metteva gaiezza e splendore suggestivo a tutto il paese giardino.
La chiesa col suo rinnovato pavimento a mosaico, col suo nuovo Capocielo sull’Altar Maggiore, come è prescritto dal Rito Ambrosiano, apparve sposa bellissima nel suo ricco addobbo eseguito con vero gusto signorile.
Tutto il popolo accorse ad ascoltare la sacra predicazione, numerosa e solenne la Comunione Generale dei bambini, delle giovani, delle donne e specialmente dei giovani e degli uomini. 
Al giorno 15, festa dell’Assunta, Patronale, e del 15° di Sacerdozio, cantò messa il festeggiato, Don Giovanni Croce. 
Al Vangelo tenne il panegirico padre Domenico, intrecciando armoniosamente le glorie dell’Assunta cole opere di zelante Sacerdote compiute da Don Croce. La musica fu della locale Schola Cantorum S. Cecilia. 
Alle ore 16, dopo i Vespri, si portò solennemente la statua antica e bella dell’Assunta che campeggiava sul nuovo trono a sesto acuto di legno intagliato e dorato a fino da una ditta di intagliatori di Val Gardena nel Trentino. Il bellissimo trono era stato offerto da tutte le donne del paese, le quali, fissandolo con infinita compiacenza sostenuto e portato dai loro baldi giovani, non sapevano contenere il senso di segreto orgoglio che dentro frugava i loro cuori. Prestava servizio la Banda di Cairate. 
Alla sera lancio di fuochi e di bengala, ed illuminazione della chiesa, del campanile e di tutto il paese.
Un lembo di paradiso sembrava fosse venuto a posare in quella piccola terra dove i cuori e le anime erano in paradiso. Alle 21, la Schola Cantorum S. Cecilia di Peveranza nel cortile parrocchiale, dava il melodramma “S. Pancrazio” in quattro atti e otto quadri.   
 ….. Ed eccoci al giorno 16, giorno tutto consacrato al 50° di padre Mansueto. Oh! Quanto era desiderata la presenza del Venerato Concittadino! 
Ma gli ottant’anni, l’oceano che lo separa dalla terra italica tennero lontano l’infaticabile missionario Cappuccino.
Al mattino si rinnovò lo slancio di fede e di amore alla Santa Balaustra, per ottenere al Commemorato Padre, grazie e benedizioni.
Alle 11, come nelle maggiori solennità, cantò la S. Messa solenne in Rito Ambrosiano il padre Domenico da Origgio, il quale al Vangelo tenne il discorso commemorativo.
 Detto delle Missioni cappuccine Lombarde e in genere, fermò subito l’attenzione su Padre Mansueto Saporiti. Disse della sua adolescenza e gioventù passata a Peveranza edificando tutti, colla sua pietà e attività cristiana. Disse che solo a 23 anni poté indossare le Serafiche lane, e dopo dodici anni di preparazione religiosa collo studio e colla pietà, nel 1892 poté volare in Brasile. Descrisse tutta la sua attività apostolica nelle desobrighe, tra le selve ed il sertao: del suo lavoro missionario nelle città della Costa, negli ospedali, nelle colonie, nei lebbrosari, nei quali P. Mansueto è chiamato Santo. Disse della sua lunga permanenza nello stato del Cearà, a Fortaleza, dove tutto parla di Padre Mansueto da Peveranza. Ma il suo nome è legato, e lo sarà per i secoli, in modo particolare alla “Scuola Pio X” che sorge segnacolo di fede e di vita fervidamente cristiana nella capitale del Cearà, Fortaleza. Fu dessa in gran parte l’opera sua, sgorgata ed alimentata dal suo cuore di apostolo. Qui egli vide le giovani generazioni passare sotto il suo sguardo paterno e fu luce alle menti; qui Egli ha formato e plasmato i cuori cristiani al nobile sentire della vita cattolica anche nelle forme più odierne; e sono circa 500 giovinetti dell’uno e dell’altro sesso che frequentano la scuola. Tutta la città di Fortaleza saluta in Padre Mansueto il maestro, il pastore, la vigile scolta che assiste, che accompagna la generazione che cresce ed è a Lui infinitamente riconoscente e venera in Lui uno dei suoi più grandi benefattori. Inutile dire che tutto il popolo bevve avidamente il discorso del Sacro Oratore; inutile rilevare il senso di profonda compiacenza che si leggeva negli occhi, nell’attenzione religiosa.
A discorso terminato, un sussurro universale, sacro e contenuto, ne sprigionava tutta la gioia cristiana e sembrava dicesse: “Noi siamo orgogliosi del nostro padre Mansueto!” E lo dimostro il fatto quando, a suon di banda, attraversando le vie del paese, il Clero, le Autorità e tutto il popolo trassero alla casetta natale per l’atto di doveroso omaggio, dove la veneranda cognata ed il nipote visibilmente commossi ricevettero tutto quel popolo in festa che ringraziarono sentitamente, offrendo poi una bicchierata ai bandisti ed un vermouth d’onore a tutte le autorità.
Alle ore 16, cantata Compieta, si fece la Processione Solenne con il SS. Sacramento seguendo l’itinerario del giorno precedente. La musica e la banda come nel giorno dell’Assunta.
Alla sua partenza dal paese padre Domenico è stato entusiasticamente salutato da tutto il popolo al grido di “Viva padre Mansueto Saporiti. Che l’esempio di padre Mansueto susciti nuove vocazioni a Peveranza e dintorni, a gloria di Dio ed alla salute delle anime".

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