1936 Dalla Voce del Parroco del mese di Ottobre
Festeggiamenti per il 50° di ordinazione Sacerdotale
in Peveranza
di PADRE MANSUETO SAPORITI
“Solennissime feste commemorative si
celebrarono nel paesello di Peveranza che sorge simpatico tra i colli del
nostro Gallaratese. Volentieri facciamo posto alla bella pagina di cronaca in
questa parte missionaria del Periodico perché il movente delle feste è stata la
veneranda figura, ormai ottuagenaria, del M. R. Padre mansueto (Saporiti) da
Peveranza che vive nel lontano Brasile infaticabile missionario fin dal 1892.
Ecco la cronaca: Per geniale
iniziativa del Parroco di Peveranza, Don Giovanni Croce, quivi si è celebrato
solennemente il 50° di sacerdozio del cappuccino Padre Mansueto Saporiti da
Peveranza, Missionario nel Brasile del Nord, e precisamente nel Cearà a
Fortaleza.
Dire che la festa è riuscita è dire
troppo poco. Nell’occasione delle feste di agosto, sagra del paese, Peveranza ha voluto celebrare con tutto l’entusiasmo di un popolo tre date
memorande: il 15° di sacerdozio del suo Parroco, l’Assunta e le Nozze d’oro del
concittadino P. Mansueto.
Preparata con un triduo di
predicazione, tenuto dal Padre Domenico da Origgio, cappuccino, nei giorni
12,13,14 agosto, la buona e lavoratrice popolazione di Peveranza vi corrispose
con tutto lo slancio.
Già tutto predisposto dallo zelante
parroco, il popolo ha trasformato il suo paese in un vero e ameno giardino. Le
porte delle case, le finestre, i vicoli, gli sbocchi, così numerosi nei paesi,
vennero rivestiti di rami di verdi pini, larici e mirto, intrecciati di vasi di
fiori naturali e mazzi di fiori artificiali. Fu una vera gara di anime e di
cuori. Tutti andavano a gara nell’escogitare geniali parate e addobbi, per
riuscire migliori onde gustare la gioia di poter dire: io ho fatto meglio di
te: la nostra contrada è migliore della vostra. Gare dei paesi cristiani che
strappano lacrime.
Gli archi trionfali sulle vie
principali erano sette, in onore delle sette allegrezze di Maria SS.. Tutti
superbamente magnifici e tra loro erano collegati da belle gallerie di zendali
infiorati a variopinti colori, così da creare una fantasmagoria di fughe che
metteva gaiezza e splendore suggestivo a tutto il paese giardino.
La chiesa col suo rinnovato pavimento
a mosaico, col suo nuovo Capocielo sull’Altar Maggiore, come è prescritto dal
Rito Ambrosiano, apparve sposa bellissima nel suo ricco addobbo eseguito con
vero gusto signorile.
Tutto il popolo accorse ad ascoltare
la sacra predicazione, numerosa e solenne la Comunione Generale dei bambini,
delle giovani, delle donne e specialmente dei giovani e degli uomini.
Al giorno 15, festa dell’Assunta,
Patronale, e del 15° di Sacerdozio, cantò messa il festeggiato, Don Giovanni
Croce.
Al Vangelo tenne il panegirico padre
Domenico, intrecciando armoniosamente le glorie dell’Assunta cole opere di zelante
Sacerdote compiute da Don Croce. La musica fu della locale Schola Cantorum S.
Cecilia.
Alle ore 16, dopo i Vespri, si portò solennemente la statua antica e
bella dell’Assunta che campeggiava sul nuovo trono a sesto acuto di legno
intagliato e dorato a fino da una ditta di intagliatori di Val Gardena nel
Trentino. Il bellissimo trono era stato offerto da tutte le donne del paese, le
quali, fissandolo con infinita compiacenza sostenuto e portato dai loro baldi
giovani, non sapevano contenere il senso di segreto orgoglio che dentro frugava
i loro cuori. Prestava servizio la Banda di Cairate.
Alla sera lancio di fuochi e di
bengala, ed illuminazione della chiesa, del campanile e di tutto il paese.
Un lembo di paradiso sembrava fosse
venuto a posare in quella piccola terra dove i cuori e le anime erano in
paradiso. Alle 21, la Schola Cantorum S. Cecilia di Peveranza nel cortile
parrocchiale, dava il melodramma “S. Pancrazio” in quattro atti e otto
quadri.
….. Ed eccoci al giorno 16, giorno tutto consacrato
al 50° di padre Mansueto. Oh! Quanto era desiderata la presenza del Venerato
Concittadino!
Ma gli ottant’anni, l’oceano che lo separa dalla terra italica
tennero lontano l’infaticabile missionario Cappuccino.
Al mattino si rinnovò lo slancio di
fede e di amore alla Santa Balaustra, per ottenere al Commemorato Padre, grazie
e benedizioni.
Alle 11, come nelle maggiori
solennità, cantò la S. Messa solenne in Rito Ambrosiano il padre Domenico da
Origgio, il quale al Vangelo tenne il discorso commemorativo.
Detto delle Missioni cappuccine Lombarde e in
genere, fermò subito l’attenzione su Padre Mansueto Saporiti. Disse della sua
adolescenza e gioventù passata a Peveranza edificando tutti, colla sua pietà e
attività cristiana. Disse che solo a 23 anni poté indossare le Serafiche lane,
e dopo dodici anni di preparazione religiosa collo studio e colla pietà, nel
1892 poté volare in Brasile. Descrisse tutta la sua attività apostolica nelle
desobrighe, tra le selve ed il sertao: del suo lavoro missionario nelle città
della Costa, negli ospedali, nelle colonie, nei lebbrosari, nei quali P.
Mansueto è chiamato Santo. Disse della sua lunga permanenza nello stato del
Cearà, a Fortaleza, dove tutto parla di Padre Mansueto da Peveranza. Ma il suo
nome è legato, e lo sarà per i secoli, in modo particolare alla “Scuola Pio X”
che sorge segnacolo di fede e di vita fervidamente cristiana nella capitale del
Cearà, Fortaleza. Fu dessa in gran parte l’opera sua, sgorgata ed alimentata
dal suo cuore di apostolo. Qui egli vide le giovani generazioni passare sotto
il suo sguardo paterno e fu luce alle menti; qui Egli ha formato e plasmato i
cuori cristiani al nobile sentire della vita cattolica anche nelle forme più
odierne; e sono circa 500 giovinetti dell’uno e dell’altro sesso che frequentano
la scuola. Tutta la città di Fortaleza saluta in Padre Mansueto il maestro, il
pastore, la vigile scolta che assiste, che accompagna la generazione che cresce
ed è a Lui infinitamente riconoscente e venera in Lui uno dei suoi più grandi benefattori.
Inutile dire che tutto il popolo bevve avidamente il discorso del Sacro
Oratore; inutile rilevare il senso di profonda compiacenza che si leggeva negli
occhi, nell’attenzione religiosa.
A discorso terminato, un sussurro
universale, sacro e contenuto, ne sprigionava tutta la gioia cristiana e
sembrava dicesse: “Noi siamo orgogliosi del nostro padre Mansueto!” E lo
dimostro il fatto quando, a suon di banda, attraversando le vie del paese, il
Clero, le Autorità e tutto il popolo trassero alla casetta natale per l’atto di
doveroso omaggio, dove la veneranda cognata ed il nipote visibilmente commossi
ricevettero tutto quel popolo in festa che ringraziarono sentitamente, offrendo
poi una bicchierata ai bandisti ed un vermouth d’onore a tutte le autorità.
Alle ore 16, cantata Compieta, si
fece la Processione Solenne con il SS. Sacramento seguendo l’itinerario del
giorno precedente. La musica e la banda come nel giorno dell’Assunta.
Alla
sua partenza dal paese padre Domenico è stato entusiasticamente salutato da
tutto il popolo al grido di “Viva padre Mansueto Saporiti. Che l’esempio di
padre Mansueto susciti nuove vocazioni a Peveranza e dintorni, a gloria di Dio
ed alla salute delle anime".
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