Capitolo LXXXVI
Il CIMITERO NUOVO
Dopo le vicissitudini
relative al vecchio cimitero costruito come visto agli inizi del 1800, nel
nuovo secolo si ritornò a parlare di ampliamento, di spostamento, di soluzioni
ai problemi che il vecchio cimitero non poteva più risolvere.
Insomma la solita tiritera tra comune e Peveranzesi,
supportati in questo dal Sacerdote Orio, il quale si adoperò in ogni modo
perché tale importante opera fosse realizzata al più presto; infatti dopo
continue insistenze, finalmente l’Amministrazione comunale assegna l’incarico[1]
agli ingegneri Tenconi & Moroni di Gallarate che nel 1926 predispongono il
progetto e i necessari allegati, tra questi interessante risulta essere la relazione
che riassume i come e i perché della scelta del luogo, leggiamola:
Il
Cimitero attualmente aperto a servizio della frazione di Peveranza, giace poco
fuori dell’abitato, in fregio alla strada comunale per Bolladello e Gallarate –
la sua capienza è già da anni molto al di sotto delle prescrizioni
regolamentari in materia, e le inumazioni si fanno saltuariamente, anche con
parziale invasione delle zone destinate ai vialetti di passaggio – L’area
racchiusa nel recinto presenta la limitata superficie di mq 500 circa, mentre
il fabbisogno, in rapporto alla mortalità annuale ed alla richiesta di spazi
per tumulazioni speciali, è almeno il triplo. Abbandonata l’idea di ampliare
l’esistente recinto, per ovvie ragioni e specialmente: per la sua ubicazione a
mezzodì dell’abitato, a poche decine di metri da fabbricati vecchi e recenti,
in posizione alquanto elevata, lungo una strada di forte transito (siamo
nel 1928!), in località fortemente
appetibile per nuove costruzioni tanto per lato igienico che commerciale (non
avevano vergogna a dirlo che si poteva speculare); La Spettabile Amministrazione Comunale, assecondando il desiderio e
le aspirazioni dei frazionisti (Così ci chiamano frazionisti!) decise di provvedere alla costruzione ex
novo del occorrente cimitero.
Il
sottoscritto Ingegnere, in unione al Signor Sindaco ed ai rappresentati della
Frazione, espletava apposito sopralluogo per la ricerca di una località la
meglio adatta per tale servizio.
Premesso
che il sottosuolo del intero territorio di Peveranza è a fondo argilloso più o
meno compatto, con la preponderanza di calcare argilloso-ferrigno durissimo
nella parte collinare, nessuna zona si presentava in modo preminente adatta
allo scopo, per quanto riguarda la natura del terreno.
Scartata
la scelta di località che avesse ad impegnare colla zona di rispetto i terreni
laterali e contegui alla strada comunale per Gallarate;
Scartata
pure la scelta nella parte pianeggiante a mezzodì dell’abitato lungo la strada
comunale di Cairate, per la preesistenza del vecchio cascinale denominato del
Biello, e la recente costruzione di parecchie casette di abitazioni artigiani;
Eliminata
la possibilità di costruzione del cimitero a settentrione dell’abitato,
ricorrendovi la zona collinare inadatta, ed il terreno vallivo lungo il cui
fondo corre il Torrente Tenore;
Le
ricerche dovettero limitarsi alle zone verso ponente, verso levante e verso
levante settentrione del abitato di Peveranza.
La zona
verso ponente, pur essendo pianeggiante e poco ricercata per costruzione,
trovandosi al piede della collina presenta, specialmente nelle stagioni
piovose, frequenti aquitrini che la rendono inadatta alla bisogna; per di più
vi manca una strada di accesso, cui vi si dovrebbe provvedere ecs novo.
Verso
levante e poco discosto dal paese scorre, leggermente invallito, il torrente
Tenore, attraversato a guado da strade campestri scaricanti la zona al di là di
esso; per accedere a tale parte di territorio e piazzarvi il nuovo cimitero,
bisognerebbe aprire una apposita strada ed eseguire un ponte sul torrente, il
che ne rende sconsigliabile la scelta.
Verso
levante-settentrione del abitato di Peveranza e lungo la già esistente strada
Comunale per Castelseprio e la vallata d’Olona, ricorrono i terreni meglio
adatti per la costruzione del nuovo Cimitero.
Appena
fuori del abitato, a poco meno di un centinaio di metri da esso, la citata
strada comunale, attraversa il torrente Tenore a mezzo di ponte in muratura;
alla sinistra di quello si incassa la valle del Tenore, mentre alla destra i
terreni, poco più elevati, presentano una superficie pianeggiante, alla quale
la strada, salendo dolcemente, vi arriva dopo un percorso poco superiore ai 400
metri, ed è questa la zona adatta.
I 2 cimiteri foto aerea IGM 1932.
Quante informazioni sull’abitato e sul perché di una
scelta, direi un documento prezioso, nel quale troviamo, descrizione di luoghi,
nozioni di idrogeologia locale e la risposta al perché il nuovo cimitero fu
costruito in quel posto.
Il lavori iniziarono nel 1928 e si arrivò così al 17
luglio 1929 data dell’inaugurazione che ebbe anche gli onori della cronaca, la
Prealpina[2]
racconta: PEVERANZA - Domenica 17
corrente dopo parecchi mesi di attesa venne benedetto il nuovo severo e ampio
cimitero. Intervennero alla composta e commossa cerimonia, il Podestà del
Comune sign. Eligio Macchi; il segretario politico del fascio sign. Oliveri
Luciano, la sezione combattenti, ecc.ecc. .. In assenza del parroco, infermo,
presenziò la commovente cerimonia il parroco del capoluogo Don Fortunato
Adamoli.
Vero, Don Samuele Orio è gravemente malato[3],
morirà il 12 agosto dello stesso anno e qui è sepolto; primo tra coloro che
riposano in questo luogo, per il quale si era battuto e nel quale sarebbe stato
ospite sino alla fine dei giorni.
[1] ACCa; Categoria
X, Classe 2, Fascicolo 3: Costruzione del Cimitero di Peveranza.
[2] ACCa; Categoria
X, Classe 2, Fascicolo 3: Costruzione del Cimitero di Peveranza.
[3]
Non
mancheranno le polemiche, soprattutto la presenza del parroco sin dall’inizio
non fu scontata, le carte raccontano di corrispondenza lunga e complessa tra
parroci e podestà, tra parroci e Vicario foraneo, una vera querelle sulla
forma, dimensione e uso della cappella oggi dei parroci, che nei disegni
orginari non doveva esser come noi la vediamo; ma la lunga diatriba ebbe
termine quando il parroco scrisse che visto l’impegno del podestà di “adibire
la cappella” all’uso religioso ripetè la promessa che la popolazione di
Peveranza penserà a sua cura e spese per modifixcare e e rendere idonea la
stessa, questo in data 27 febbraio 1929 da lì all’inaugurazione il passo fu…
breve.
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