martedì 1 ottobre 2019


Capitolo LXXXVI

Il CIMITERO NUOVO 






Dopo le vicissitudini relative al vecchio cimitero costruito come visto agli inizi del 1800, nel nuovo secolo si ritornò a parlare di ampliamento, di spostamento, di soluzioni ai problemi che il vecchio cimitero non poteva più risolvere.



Insomma la solita tiritera tra comune e Peveranzesi, supportati in questo dal Sacerdote Orio, il quale si adoperò in ogni modo perché tale importante opera fosse realizzata al più presto; infatti dopo continue insistenze, finalmente l’Amministrazione comunale assegna l’incarico[1] agli ingegneri Tenconi & Moroni di Gallarate che nel 1926 predispongono il progetto e i necessari allegati, tra questi interessante risulta essere la relazione che riassume i come e i perché della scelta del luogo, leggiamola:
Il Cimitero attualmente aperto a servizio della frazione di Peveranza, giace poco fuori dell’abitato, in fregio alla strada comunale per Bolladello e Gallarate – la sua capienza è già da anni molto al di sotto delle prescrizioni regolamentari in materia, e le inumazioni si fanno saltuariamente, anche con parziale invasione delle zone destinate ai vialetti di passaggio – L’area racchiusa nel recinto presenta la limitata superficie di mq 500 circa, mentre il fabbisogno, in rapporto alla mortalità annuale ed alla richiesta di spazi per tumulazioni speciali, è almeno il triplo. Abbandonata l’idea di ampliare l’esistente recinto, per ovvie ragioni e specialmente: per la sua ubicazione a mezzodì dell’abitato, a poche decine di metri da fabbricati vecchi e recenti, in posizione alquanto elevata, lungo una strada di forte transito (siamo nel 1928!), in località fortemente appetibile per nuove costruzioni tanto per lato igienico che commerciale (non avevano vergogna a dirlo che si poteva speculare); La Spettabile Amministrazione Comunale, assecondando il desiderio e le aspirazioni dei frazionisti (Così ci chiamano frazionisti!) decise di provvedere alla costruzione ex novo del occorrente cimitero.
Il sottoscritto Ingegnere, in unione al Signor Sindaco ed ai rappresentati della Frazione, espletava apposito sopralluogo per la ricerca di una località la meglio adatta per tale servizio.
Premesso che il sottosuolo del intero territorio di Peveranza è a fondo argilloso più o meno compatto, con la preponderanza di calcare argilloso-ferrigno durissimo nella parte collinare, nessuna zona si presentava in modo preminente adatta allo scopo, per quanto riguarda la natura del terreno.
Scartata la scelta di località che avesse ad impegnare colla zona di rispetto i terreni laterali e contegui alla strada comunale per Gallarate;
Scartata pure la scelta nella parte pianeggiante a mezzodì dell’abitato lungo la strada comunale di Cairate, per la preesistenza del vecchio cascinale denominato del Biello, e la recente costruzione di parecchie casette di abitazioni artigiani;
Eliminata la possibilità di costruzione del cimitero a settentrione dell’abitato, ricorrendovi la zona collinare inadatta, ed il terreno vallivo lungo il cui fondo corre il Torrente Tenore;
Le ricerche dovettero limitarsi alle zone verso ponente, verso levante e verso levante settentrione del abitato di Peveranza.
La zona verso ponente, pur essendo pianeggiante e poco ricercata per costruzione, trovandosi al piede della collina presenta, specialmente nelle stagioni piovose, frequenti aquitrini che la rendono inadatta alla bisogna; per di più vi manca una strada di accesso, cui vi si dovrebbe provvedere ecs novo.
Verso levante e poco discosto dal paese scorre, leggermente invallito, il torrente Tenore, attraversato a guado da strade campestri scaricanti la zona al di là di esso; per accedere a tale parte di territorio e piazzarvi il nuovo cimitero, bisognerebbe aprire una apposita strada ed eseguire un ponte sul torrente, il che ne rende sconsigliabile la scelta.
Verso levante-settentrione del abitato di Peveranza e lungo la già esistente strada Comunale per Castelseprio e la vallata d’Olona, ricorrono i terreni meglio adatti per la costruzione del nuovo Cimitero.
Appena fuori del abitato, a poco meno di un centinaio di metri da esso, la citata strada comunale, attraversa il torrente Tenore a mezzo di ponte in muratura; alla sinistra di quello si incassa la valle del Tenore, mentre alla destra i terreni, poco più elevati, presentano una superficie pianeggiante, alla quale la strada, salendo dolcemente, vi arriva dopo un percorso poco superiore ai 400 metri, ed è questa la zona adatta.


I 2 cimiteri foto aerea IGM 1932.



Quante informazioni sull’abitato e sul perché di una scelta, direi un documento prezioso, nel quale troviamo, descrizione di luoghi, nozioni di idrogeologia locale e la risposta al perché il nuovo cimitero fu costruito in quel posto.



Il lavori iniziarono nel 1928 e si arrivò così al 17 luglio 1929 data dell’inaugurazione che ebbe anche gli onori della cronaca, la Prealpina[2] racconta: PEVERANZA - Domenica 17 corrente dopo parecchi mesi di attesa venne benedetto il nuovo severo e ampio cimitero. Intervennero alla composta e commossa cerimonia, il Podestà del Comune sign. Eligio Macchi; il segretario politico del fascio sign. Oliveri Luciano, la sezione combattenti, ecc.ecc. .. In assenza del parroco, infermo, presenziò la commovente cerimonia il parroco del capoluogo Don Fortunato Adamoli.

Vero, Don Samuele Orio è gravemente malato[3], morirà il 12 agosto dello stesso anno e qui è sepolto; primo tra coloro che riposano in questo luogo, per il quale si era battuto e nel quale sarebbe stato ospite sino alla fine dei giorni.




[1] ACCa; Categoria X, Classe 2, Fascicolo 3: Costruzione del Cimitero di Peveranza.
[2] ACCa; Categoria X, Classe 2, Fascicolo 3: Costruzione del Cimitero di Peveranza.
[3] Non mancheranno le polemiche, soprattutto la presenza del parroco sin dall’inizio non fu scontata, le carte raccontano di corrispondenza lunga e complessa tra parroci e podestà, tra parroci e Vicario foraneo, una vera querelle sulla forma, dimensione e uso della cappella oggi dei parroci, che nei disegni orginari non doveva esser come noi la vediamo; ma la lunga diatriba ebbe termine quando il parroco scrisse che visto l’impegno del podestà di “adibire la cappella” all’uso religioso ripetè la promessa che la popolazione di Peveranza penserà a sua cura e spese per modifixcare e e rendere idonea la stessa, questo in data 27 febbraio 1929 da lì all’inaugurazione il passo fu… breve.

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