lunedì 7 ottobre 2019


1936

GENNAIO
Anche le belle Feste del S. Natale in quest’anno le abbiamo passate con acqua e neve e molto freddo. Ricorda tutti i nostri soldati in Africa.

Cinquantesimo di Sacerdozio.
Si celebrano in Brasile il cinquantesimo di sacerdozio del nostro caro Padre Mansueto uno dei primi missionari in Brasile.

Trono portatile. Già si stà lavorando perché riesca veramente bello e così faremo all’Assunta bellissime feste.

L’offerta delle fedi Nuziali. Peveranza ha superato ogni aspettativa, hanno offerto più di 90 fedi, una percentuale superiore a tutto il comune tanto che il segretario politico riconoscente ha donato 15 kg di riso per i nostri bambini dell’asilo.

LEZIONI DI MORALE: L’ALBERO DI NATALE – Finalmente anche a Peveranza è scomparsa la brutta usanza straniera ed eretica dell’albero di natale che oltre che ad essere scipita recava molto danno alle nostre piantagioni, perché i boschi erano devastati specialmente dalle pianticelle più belle e più promettenti e così è ritornato a rifiorire il bel Presepio cristiano ed italiano.
 In tutto il 1935 sono nati 6 bambini, 2 matrimoni, 3 morti.
  
FEBBRAIO
Storia di Bolladello. nella vicinanza della chiesa trovavasi il cimitero aperto che il curato del paese disse di voler far chiudere entro breve tempo. Il Parroco era Prete Ambrogio de Martignonibus il quale aveva allora 45 anni ed era stato ordinato prete nel 1543. Divenne curato di Bolladello ai 16 di novembre del 1562 in seguito alla rinuncia dell’ultimo rettore prete Giulio Castiglioni. In paese esistevano altre due chiese, una dedicata a S. Calimero aperta non interamente coperta di tegole e poco suolatavi era solo un altare. Il campanile mancava. In essa si celebrava raramente, solo tre o quattro volte all’anno.

MARZO
In casa Nostra. Il signor Parroco invita P. Mansueto a rientrare in Italia per passare insieme le feste della B. Vergine Assunta in agosto.
Trono della Beata Vergine. Di stile gotico circondato da angeli, con quattro angeli ai lati è in esecuzione.

Novità. In vendita presso il sign. Uslenghi prestinaio cinque qualità di cartoline con la raccomandazione di invece che spedire certe cartoline scipite e pornografiche usare le nostre cartoline e così faremo conoscere il nostro paesello ed anche se possibile introdurre un po’ di commercio
Esse rappresentano: la casa parrocchiale, la facciata della chiesa, la croce ricordo dell’Anno Santo, il nostro Cimitero, la Cappella ai caduti e tomba dei parroci.

Nati. Saporiti Giuseppina di Edoardo, Crosta Angelo Antonio di Carlo.

APRILE
Visita Illustre, il giovedì grasso abbiamo avuto gradita visita, il Sig. Ing. Astorre Mayer nostro Podestà venne a far visita alle scuole, colla sua fidanzata signorina Elena Levi dei Baroni de-Veali di Torino. 
Volle fare visita anche al nostro Asilo e distribuì caramelle e paste a tutti i bambini; la buona signorina consegnò una busta al Sig. parroco per i poveri della Parrocchia ed il papà del Sign. Podestà per il nostro Asilo. 
Ecco un bel fidanzamento ben incominciato non a base di gozzoviglie ed ubriachezze come fanno tanti cristiani, ma a base elemosina e del bene. Imparino almeno questo anche i buoni cristiani. 
Al Sig. Podestà ed alla signorina sua Baronessa i migliori auguri.

Si prepara l’opera “S. Pancrazio” alla guida del Direttore Eligio De-Tomasi di Ferno amico del parroco.

Ecco l’elenco dei neocomunicati
Baggio Valente di Aldo, padrino suo papà; 
Baggio Francesco di Giuseppe, padrino il nonno Valente; 
Minelli Bambina, la sorella Carla; 
Mascheroni Maria, la sorella Giuseppina; 
Mussi Maria di Angelo, madrina Andreazzi Assunta; 
Saporiti Virginia di Angelo madrina Saporiti Geromina; 
Saporiti Luigia di Francesco, madrina Macchi Maria; 
Saporiti Giuseppina madrina Saporiti Maria; 
Statuto Gina di Giuseppe, Madrina Montalbetti Rita.


Ora la decisione per il pavimento della chiesa, ma prima il Sig. parroco vuole vedere il suo cortile pieno di sabbia, condotta da coloro che hanno i cavalli, muli, ecc.

Storia di Bolladello. Per terminare ricorderemo che allora esisteva un’altra chiesa dedicata a S. Giacomo e Filippo e misurava 18 brazzia in lunghezza e 7 in larghezza, ma trovavasi in condizioni veramente spaventose senza tetto, senza porte, tanto che venne l’ordine di chiuderla o di abbatterla; e questa era la chiesa che usavano i nostri antichi padri dopo la distruzione di Castel Seprio quando non ancora esisteva la nostra Cappella (??) era allora ufficiata da un canonico che veniva nei giorni festivi da Gallarate. Appena ci sarà possibile parleremo un po’ anche di Rovate per riprendere poi quella di Peveranza.
Battesimi: Giancarlo Luigi Cattaneo di Romeo.

MAGGIO
Statistica. Le famiglie di Peveranza sono a questa data 125.
Matrimoni Castiglioni Anastasio e Saporiti Rosetta;
Battesimi Battistella Antonio Pietro di Giuseppe, Zaroli Rosanna Gabriella di Felice.

GIUGNO
In casa Nostra. Per noi il giorno dell’Ascensione è la bella data della prima Comunione dei nostri fanciulli tanto solenne e commovente.

Le Colonie. Abbiamo passato anche delle belle giornate patriottiche in questo mese. Il 5 maggio udita la bella notizia della vittoria delle nostre armi in Africa tutti si sono riversati in massa alla chiesa e poi formatosi un corteo si sono fermati davanti alla sede del fascio dove il Sig. Parroco tenne un vibrante discorso patriottico, il giorno 9 si attese febbrilmente l’adunata e grande fu la gioia per la fondazione dell’Impero. Il giorno seguente si cantava il Te Deum in ringraziamento.  
Santa Cresima. Il giorno 25 Luglio il nostro Cardinale Arcivescovo sarà a Gallarate per amministrare la S. Cresima a tutti i bambini della Pieve, quindi si facciano un dovere i genitori di iscrivere i loro figliuoli che hanno compiuto il settimo anno e di mandarli alla dottrinetta e di provvedersi per tempo e dei certificati di battesimo e dei padrini.
Le Nostre Feste. Fervono i lavori preparatori alle grandi feste, il trono sta ultimandosi, ed incominciano i lavori del pavimento della Chiesa fatto tutto in mosaico. Certo sarà unabella spesa ma sarà un lavoro grandioso.
Nati. Saporiti Vittoria Carla di Carlo.

LUGLIO
Trono della B. V. Assunta. Uno dei grandi desideri è ormai appagato, un bel trono portatile tutto in legno intagliato e dorato ad oro fino, che servirà ogni anno per portare in trionfo per le vie del nostro paese l’effige miracolosa della nostra cara Madonna. 
E’ opera pregevole della ditta OBLETTER di Ortisei Gardena. 
Gli angioletti sembrano voler parlare. 
Quanti lo videro ne furono veramente meravigliati. 
Quando giunse per ferrovia l’hanno trasportato due bei cavalli bianchi tutti ornati di fiori.

 Anche Il Capocelo da mettersi sull'altare maggiore è riuscito una bella opera di scultura stile barocco che bene si adatta al nostro Altare. 
Ora manca un ultima opera da porre a compimento, il pavimento a mosaico di tutta la nostra chiesa che speriamo riuscirà un opera di piena compiacenza a tutti.
Già furono fatti gli altari della B. Vergine e di S. Giuseppe dono di persone buone. 
Già sono ultimati i pavimenti della casa parrocchiale fatti tutti in mosaico seminato.

Matrimonio De Silvi – Crosta; 26 luglio 1936 (ACG), osservare i ragazzini a piedi nudi e l'abbigliamento denotano un evidente stato di indigenza - che fatto salvo i protagonisti del Matrimonio vestiti per la Cerimonia - della popolazione tutta.

Matrimonio De Silvi – Crosta; 26 luglio 1936 (ACG), Il Padre dello Sposo doveva essere un Ufficiale dell'Aviazione, mentre accompagna la Sposa Carabelli Giacomo (1854-1942) Fratello della Madre (mia Bisnonna Carabelli Maria) perchè alla data del 7 marzo 1932 moriva il Padre ovvero il mio Bisnonno Giovanni Crosta..

Matrimonio De Silvi – Crosta; 26 luglio 1936 (ACG), a dx nella foto mio Padre con l'abito Bianco nato nel dicembre 1931 aveva quindi in questa data nemmeno 5 anni.


Per la festa d’agosto prevede una bella parata in chiesa, un po’ di illuminazione al campanile, le vie del paese parate in un modo fantastico non mai visto, anzi fin da ora si capisce che si vorrà fare una festa non mai vista. 
Fotografi faranno fotografie del paese e della processione si che avremo molte fotografie da pubblicare sul giornaletto. 
E quello in più che farà piacere al sig. Parroco ed onore al paese e che regnerà in paese un buon ordine che toglierà la cattiva fama che circola nei paesi vicini a nostro riguardo.

 AGOSTO
In Casa Nostra. Le opere indette per la festa patronale sono ormai tutte ultimate e come si desiderava. Il capocelo già signoreggia dall’alto dell’altare, il lampadario in mezzo alla cupola della nostra chiesa sembra una colomba che distende le ali; il pavimento in mosaico è ben riuscito, tutte le cose sono a posto si che chiunque che entra nella nostra chiesina dice: che bella chiesa. Che dire poi del Trono della B.V. Assunta? Coi suoi otto angioletti che faranno festa alla B.V. coll’arco in stile gotico si eleva come una nube tutta d’oro, sarà certamente l’ammirazione di tutti. Come sarà contento anche il nostro concittadino P. Mansueto nel lontano Brasile conoscendo quanto abbiamo fatto in suo onore.
Cresima. Il giorno 25 ben trenta fanciulli e fanciulle hanno ricevuto la S. Cresima ed un bel numero di confratelli hanno partecipato al convegno di Gallarate.
E noi come faremo le nostre feste? entusiasmo non ne manca, già i manifesti ai paesi vicini sono stati esposti, i forestieri si aspettano grandi cose. Il paese sarà parato dall'apparatore di Busto, una bella illuminazione sul campanile, il corpo musicale di Cairate ci farà sentire le sue belle note musicali, i cantori oltre all'accompagnamento della S. Messa ci eseguiranno l’opera di S. Pancrazio. E la popolazione cosa farà? grandi cose, archi trionfanti, fiori, alla sera del secondo giorno anche illuminazione alle case, una processione devota e solenne. I fotografi ci daranno le fotografie che tramanderemo ai posteri quanto abbiamo fatto e sappiamo fare.

Albo d’Oro il nostro Minelli Enrico dall’AOI  manda il suo obolo per il Trono della B.V., il Sig. Molina Agostino ammirato del bel trono offre L. 50.

DISGRAZIE -  Il giorno 21 Carlo Saporiti di Gaudenzio scendendo in bicicletta dalla costa di Cairate causa la rottura dei freni andava a cozzare contro il parapetto della strada; trasportato d’urgenza all’ospedale di Tradate decedeva, lasciando la moglie e due bambini.
Matrimoni N.N. con N. N.;
Morti Rossi Maria d’anni 76.

SETTEMBRE
Grande gioia per la riuscita della festa d’agosto.
Il ritorno dei nostri legionari dall’Africa. Anche tra noi è tronato il nostro legionario Cattaneo Alfio che dopo aver combattuto aspramente colla 28 ottobre, e che dopo molte fatiche e peripizie davano all’Italia grande l’Impero. Già era ritornato pure dall’A.O. Nalesso giovanni. Grande fu l’acoglienza fatta a Cattaneo, e certamente sarebbe stata più grande se avessimo avuto insieme anche Montalbetti Gerardo che attualmente si trova a Mogadiscio, e Minelli Enrico ad Asmara e Saporiti Felice.


Ecco il gruppo dei nostri giovani che vollero l’onore di portare per la prima volta  il Trono della B.V.: 
Crosta Oreste ed Alberico; 
Crosta Giovanni, Livio e Fiorino; 
Saporiti Leonardo, Primo e Roberto;
Mezzetti Luigi; 
Saporiti Lino; 
Battistella Giovanni; 
Galli Paolo; 
Saporiti Italo; 
Macchi Angelo e Luigi; 
Mussi Peppino (vedi foto).

Albo d’Oro Macchi Pierino offerta; N.N. dall’Africa Orientale offerta.

Nati Macchi Gianfranco di Pierino;
Morti Crosta Filippo di anni 60.

OTTOBRE
 Passeggiata di Cantori terminate bene le feste un giusto premio anche per i cantori. Premio fu una passeggiata ad Oropa al Santuario della B.V.. Il tempo sembrava protestare ed in quella notte ci fu un terribile temporale, tuoni, lampi, fulmini e acqua a catinelle, ma la B.V. ci doveva far vedere la sua protezione ed ecco durante la S. messa il tempo si rischiara ed abbiamo avuto per tutta la giornata un bellissimo tempo si che siamo giunti al Santuario, già tutto illuminato dal sole, ed un formicolio di persone tutte contente popolavano i grandiosi piazzali del Santuario. Dopo aver fatto una breve visita al Santuario si volle fare uno spuntino. Era bello vederli seduti sul  tappeto verde distendere le loro vettovaglie, altro che un albergho di lusso in alta montagna c’era di tutto, dal pollo al piccione arrosto, dalla costoletta al lesso, antipasti, mostarda e peperoni, anche l’insalata alla milanese coi pomodori. Formaggi, frutta, vino, un dessert completo, anche il caffè. Era un aperitivo il solo vederli. Da principio erano chiassosi, poi come i frati, silenzio assoluto, solo un gran ruminar di denti. Ma l’appetito va mangiando.. e rimesso ogni avanzo al suo posto si decise di dare l’assalto al monte Mucrone che si elevava luminoso davanti a noi. Veramente non era quello il tempo opportuno, ma i più arditi accettano, altri ben pasciuti si spaventarono e guardando in alto misuravano colla punta del naso la salita. Ma gli arditi erano già in viaggio. allora anche gli altri si decisero di seguirli. Un gruppetto più coraggioso vollero salire in filovia, non perché non erano buoni ma per gustare le emozioni di viaggiare come se fossero in aeroplano. A diversi scaglioni giunsero tutti presso il laghetto Mucrone. Un bel sole, una bellissima vista ed una arietta fredda fredda che conciliarono un altro spuntino, era giusto dopo tre ore di salita alpinistica, mangiare tra la neve. Giunsero anche gli arditi in filovia, però non vollero passare per indolenti ed eccoli diventati coraggiosi come leoni. Balzano in piedi e dicono di salire proprio sulla cima e via di coraggio quasi di corsa. Essi pensarono solo a salire e dimenticarono che in montagna non basta salire ma bisogna pensare anche a discendere tanto più che non viene la filovia e nemmeno il telefono per chiedere il soccorso. Difatti ecco il guaio come fare a discendere? certi salti troppo bruschi sulla roccia, sassi, l’erba che scivolava… i coraggiosi si sentirono smarriti, persi. Si incominciò a togliere le scarpe, e poi ad usare guardinghi la slitta dei fanciulli… povere calze, poveri calzoni. Al giorno dopo credo che quelle povere donne si saranno messe le mani nei capelli a vedere tanto scempio, però a l’onor del vero furono stracciati i calzoni ma la pelle fu salva. Al pranzo erano mancati gli spaghetti, ed erano arrivati.  Però fini tutto qui ed arrivati tutti contenti raccontarono le loro prodezze che servirono a tener allegra tutta la compagnia. Tutti ne avevano una da dire. Intanto era giunto il tempo del ritorno ed allora si diede principio alla discesa. Finalmente ecco il Santuario. Intanto era giunto anche qualche filibustiere che preferì la compagnia delle signorine alla salita al monte… Dopo tante emozioni e tante fatiche era necessario anche uno spuntino che fu molto gustoso e pieno di allegria. Una visita la Santuario, ai quadri dei miracoli, al tesoro e alle belle cappelle e poi il ritorno.

Albo d’Oro:  I cantori hanno dato L. 50 per l’Asilo e L. 150 per la Chiesa; la Sig.a Saporiti Assunta ha mandato dall’America L. 100 per la minestra dei bambini dell’Asilo a ricordo del marito defunto Crosta.
Nati Montalbetti Mario di Bartolomeo.

NOVEMBRE
In Casa Nostra. REPRIMENDA DI COSTUME: molte famiglie sono tirchie a dare per la chiesa, perché? 
Una volta si dava di più si era più generosi… ed allora diciamolo in segreto, diminuisce la fede e aumentano i vizi… Prova ne sia: quanti sono che ascoltano la S. Messa al mattino? Quanti perdono Messa e dottrina alla festa? Una volta in Peveranza quanti mangiavano di grasso il venerdì? Quanti ora? Quanti sono i Matrimoni che si possono fare col velo bianco? Le nostre figliuole (anche dell’oratorio!) come fanno?

Divertimenti. Ciclo di divertimenti cinematografici.


Visita – Venne dall’America (Sud America, Argentina per precisione n.d.r.) per un viaggio sportivo il Sig. Saporiti Annibale nipote del defunto D. Ambrogio, e fece visita parecchie volte al Sig. Parroco. 
Prima di partire non dimenticò i propri defunti e fece promessa al Sig. Parroco che ritornato a Cordoba avrebbe parlato coi fratelli e sorelle per decidere di un bel regalo alla nostra chiesetta. 
Certo noi attendiamo con ansia alla risposta.

Belle Notizie. Ci hanno assicurato che (finalmente) avremo il telefono e nel prossimo anno la rete per la distribuzione dell’acqua potabile. Speriamo presto che le promesse diventino realtà il più presto possibile.

Matrimoni. N.N. con N.N.

DICEMBRE

IL COMUNE E PEVERANZA  
Sappiamo che il censimento del 1936 riporta come la popolazione di Peveranza sia di 685 anime, 78 bovini, 16 equini e 10 suini.
  
In Casa Nostra. REPRIMENDA DI COSTUME: Anche il 4 novembre è una cara data che ci ricorda i nostri caduti nella grande guerra, ed il sig. Parroco ci tiene tanto a celebrare la S. messa nella Cappella dei Caduti, ma molti fanno consistere questa cara data in un bel pranzo ed in una brutta ubriachezza: non vi pare che questo sia un insulto per le povere madri e le vedove e gli orfani di guerra? Si tirchia nel fare celebrare i suffragi e si abbonda nelle damigiane di vino.

Morti. Tresoldi Carlo d’anni 77.

Storia di Rovate. Ecco a mantenere la parola ed a continuare un po’ di storia. Ora tocca una parola su Rovate, paesello vicino, poi finalmnete parleremo di Peveranza. Quando venne fondata Rovate? Non si sa, però è certo che già esisteva verso il 1400. La Parrocchia però non l’abbiamo che molto più tardi, verso il 1540. Il beneficio era troppo misero ed i parroci non potevano avere nemmeno il necessario per vivere, ed allora vi si recavano solo alla domenica. Solo dopo il 1450 si stabilisce con atto notarile la decima, solo allora incominciano ad abitarvi i parroci.
Il suo nome deriva da rovi, roveti, ad indicare che attorno sorgevano molti boschi, ciò che del resto vediamo al giorno d’oggi. Proprietaria del luogo era una corporazione religiosa di Valeria, poi dei signori Archinti che tenevano i loro possessi da Albizzate a Bolladello, poi passo alla famiglia Pozzi di Busto. Ebbe l’onore a quei tempi di albergare una guarnigione di soldati spagnoli che come disse il Manzoni sapevano insegnare la modestia alle fanciulle. Difatti un anno venne un triste fatto. Un soldato partendo a cavallo lo rapiva una giovane sposa, la popolazione a questo fatto si sollevò e con vanghe, zappe e randelli assalirono quel disgraziato sì che il marito lo uccideva con un archibugiada. Il governo mandò terribile castigo, tanto che per togliere questo crimine al paese dovettero vendere dei terreni del beneficio e pagare una grossa multa. Il beneficio così diventava misero e sarebbero stati senza parroco se i buoni non avessero poi lasciato terreni tanto che divenne un beneficio migliore di quello di Peveranza.


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