Capitolo IX
L’ORDINAMENTO
RELIGIOSO
COME
FILO CONDUTTORE
DELLA
STORIA sec. XIII. LA PIEVE
Benedetto ordine religioso, Benedetti
coloro che dopo la caduta dell’Impero Romano e il graduale disfacimento delle
Istituzioni Civili ad esse si sostituirono, ereditandone le sue responsabilità.
La Pieve si
trasformò avocando a se sia le funzioni civiche e inserendo l’elemento
religioso; divenne così circoscrizione, organizzazione delle chiese in un
determinato territorio, ma soprattutto un grande contenitore/conservatore di
documenti quali, testamenti, atti di compravendita terreni, registri delle
nascite, era il centro degli interessi spirituali ma anche soprattutto terreni.
Raccoglieva tributi e riscuoteva le decime[1],
un precursore dei moderni municipi.
La pieve divenne
il nucleo dell'organizzazione ecclesiastica delle campagne.La funzione
religiosa delle pievi era essenziale nell'Italia poco urbanizzata dell'Alto
Medioevo: per chi abitava lontano dai centri urbani era l'unico luogo di culto
in cui si potevano amministrare tutti i sacramenti più importanti, a partire
dal battesimo.
Alla Pieve
facevano riferimento i villaggi circonvicini, dotati anche di propria chiesa
e Curato, comunque soggetto al pievano.
I vicari in epoca
medioevale, vivevano in comunità, in una casa detta canonica ed erano chiamati
"canonici" e raggiungevano le chiese soggette per la messa festiva e
l'insegnamento della dottrina.
In seguito si
stabilirono presso le chiese succursali dei paesi in qualità di Curato, dando
inizio al processo di formazione delle Parrocchie.
Dal XII
secolo, in Età comunale, la pieve assunse anche funzioni civili, in
ragione del controllo del territorio da parte dei centri urbani, che
sfruttarono a questo scopo le preesistenti forme di aggregazione.
La Pieve di Gallarate[2],
e il suo Feudo sono l’ambito di riferimento di Peveranza, ultima parrocchia tra
le Pievi di Olgiate e di Vico-Seprio.
Particolare questo non di poco conto, la vicinanza con Cairate, la
sudditanza a Castelseprio, la presenza della Famiglia Nobile Castiglioni, la
totale prossimità territoriale, vuoi per la stessa natura di estensioni a coltivo senza soluzione di
continuità vuoi per i rapporti di vicinato con il Monastero di Santa Maria
Assunta, farebbero supporre una naturale affiliazione ad una di queste due
Pievi, ma Peveranza resta probabilmente per traduzione degli antichi mandamenti
inserita, nel contesto Plebano Gallaratese e Gallarate resta così il punto di
riferimento religioso e amministrativo per la comunità peveranzese.
Questo fa luce sulle molte vicende che seguiranno.
Come vedremo nei documenti
che man mano entreranno a far parte del racconto.
[1]Ennio Apeciti, “I rapporti tra Pievi
e monasteri nel contado del Seprio nel medioevo”, in C. Tallone (dir.), Cairate
e il Seprio nel medioevo. Atti del
Convegno Cairatese, Gallarate, s. n.,
19943, p. 46.
[2]
Liber
notitiae Sanctorum Mediolani edito a cura di M. Magistretti e U. M. de Villard,
pg 46: L’identità Municipio Romano = Diocesi, è a tutti nota quanto l’altra
Pago = Pieve. La geografia ecclesiastica della diocesi ci permette di risalire
alla geografia storica delle epoche franca, longobarda romana e per alcune
regioni anche ala ripartizione pre-romana. La città costituiva il Pago urbano….
Attorno alla città stava il suburbio.
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