mercoledì 25 settembre 2019


Capitolo IX

L’ORDINAMENTO RELIGIOSO
COME FILO CONDUTTORE
DELLA STORIA  sec. XIII. LA PIEVE



Benedetto ordine religioso, Benedetti coloro che dopo la caduta dell’Impero Romano e il graduale disfacimento delle Istituzioni Civili ad esse si sostituirono, ereditandone le sue responsabilità.
La Pieve si trasformò avocando a se sia le funzioni civiche e inserendo l’elemento religioso; divenne così circoscrizione, organizzazione delle chiese in un determinato territorio, ma soprattutto un grande contenitore/conservatore di documenti quali, testamenti, atti di compravendita terreni, registri delle nascite, era il centro degli interessi spirituali ma anche soprattutto terreni. Raccoglieva tributi e riscuoteva le decime[1], un precursore dei moderni municipi.
La pieve divenne il nucleo dell'organizzazione ecclesiastica delle campagne.La funzione religiosa delle pievi era essenziale nell'Italia poco urbanizzata dell'Alto Medioevo: per chi abitava lontano dai centri urbani era l'unico luogo di culto in cui si potevano amministrare tutti i sacramenti più importanti, a partire dal battesimo.
Alla Pieve facevano riferimento i villaggi circonvicini, dotati anche di propria chiesa e Curato, comunque soggetto al pievano.
I vicari in epoca medioevale, vivevano in comunità, in una casa detta canonica ed erano chiamati "canonici" e raggiungevano le chiese soggette per la messa festiva e l'insegnamento della dottrina.
In seguito si stabilirono presso le chiese succursali dei paesi in qualità di Curato, dando inizio al processo di formazione delle Parrocchie.
Dal XII secolo, in Età comunale, la pieve assunse anche funzioni civili, in ragione del controllo del territorio da parte dei centri urbani, che sfruttarono a questo scopo le preesistenti forme di aggregazione.
La Pieve di Gallarate[2], e il suo Feudo sono l’ambito di riferimento di Peveranza, ultima parrocchia tra le Pievi di Olgiate e di Vico-Seprio.
Particolare questo non di poco conto, la vicinanza con Cairate, la sudditanza a Castelseprio, la presenza della Famiglia Nobile Castiglioni, la totale prossimità territoriale, vuoi per la stessa natura di  estensioni a coltivo senza soluzione di continuità vuoi per i rapporti di vicinato con il Monastero di Santa Maria Assunta, farebbero supporre una naturale affiliazione ad una di queste due Pievi, ma Peveranza resta probabilmente per traduzione degli antichi mandamenti inserita, nel contesto Plebano Gallaratese e Gallarate resta così il punto di riferimento religioso e amministrativo per la comunità peveranzese.
Questo fa luce sulle molte vicende che seguiranno.
Come vedremo nei documenti che man mano entreranno a far parte del racconto.



[1]Ennio Apeciti, “I rapporti tra Pievi e monasteri nel contado del Seprio nel medioevo”, in C. Tallone (dir.), Cairate e il Seprio nel medioevo. Atti del Convegno Cairatese, Gallarate, s. n., 19943, p. 46.
[2] Liber notitiae Sanctorum Mediolani edito a cura di M. Magistretti e U. M. de Villard, pg 46: L’identità Municipio Romano = Diocesi, è a tutti nota quanto l’altra Pago = Pieve. La geografia ecclesiastica della diocesi ci permette di risalire alla geografia storica delle epoche franca, longobarda romana e per alcune regioni anche ala ripartizione pre-romana. La città costituiva il Pago urbano…. Attorno alla città stava il suburbio.

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