Capitolo XXXII
1641
Un interessante e
schematico documento
Grazie a Mons. Bosatra, responsabile dell’Archivio Storico Diocesano che
mi ha mostrato e permesso di fotografare questo documento, possiamo riassumere
qui una serie di dati che sono interessanti per l’epoca in cui il Montalbetti
era parroco di Peveranza. Si tratta di un registro o censimento denominato
della Regione Prima redatto dalla Curia milanese e che doveva con altri
registri di cui solo della Seconda Regione vi è copia, portare a conoscenza del
vescovo di Milano la situazione
dettagliata delle Pievi e delle Parrocchie.
Plebisi
Gallarati: Riperantia!
(l’estensore ce la dice lunga sulla sua voglia o capacità di capire e
trascrivere correttamente il nome del paese… pensate se questo fosse l’unico
documento esistente e quindi a questo si desse importanza di radice del nome di
luogo per gli studi su di esso!) Ven. P.
Jo. Baptista Montalbetus Cur.s S.tae Mariae Asumptae,
Anime in totum 103.
I Redditi. Importantissimi per conoscere l’autonomia della
Chiesa: Moggia sette formento, Moggia
sette segala, Moggia sette miglio, Brente otto vino.
Corollario:
La Moggia: era l’antica Misura romana, adattata all’epoca e permetteva
di misurare attraverso un contenitore prefissato (quindi attraverso il volume) le quantità di prodotti secchi come il
frumento la segale e i cereali in genere, questo contenitore aveva dimensione
fissa di “litri” 225, 1, misura di Milano, perciò: 7 x 225,1 = 1575,7 “litri”
di prodotto secco.
La Brenta[1]
vale circa 75, 55 litri quindi il Parroco aveva a disposizione 75,5 x 8 = 604,4
litri di vino, ovvio che si otteneva così una cospicua rendita determinata
dalla vendita dei cereali e del vino che non era di certo impegnato nell’uso
personale in quella quantità… se non una parte visto che gli ordinamenti
prevedevano che il vino da Messa fosse obbligatoriamente prodotto in loco.
Dopo la
peste milanese le campagne si riprendono dalla terribile calamità, i proprietari terrieri che
conoscono il valore dato ai loro beni e introducono sistemi di coltivazione più
efficaci, si avvia la coltivazione del Gelso utilizzato soprattutto come pianta
di “aiuto” alla vigna coltivata con criterio di massima produttività, diventa
però elemento pregnante della nuova realtà, quella della seta che andava sempre
più diffondendosi nei nostri territori.
La
campagna pedemontana offriva le condizioni agresti necessarie alla coltura
intensiva. Non ancora presente il mais e la patata, ma forte la coltivazione di
segale, frumento e miglio i cereali che compongono la dieta del popolo.
Proverbio
milanese:
Chi tropp studia matt
deventa, e chi no studia porta la Brenta.
[1] Vocabolario
Milanese Italiano di F. Cherubini, Milano 1839, pg. 150. Brenta, recipiente di
legno fatto a conoide rovescia, capace, pieno che sia, di oltre 130 boccali, di
cui si servono i vinai.
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