mercoledì 25 settembre 2019


Capitolo XI


TRACCE 1449 - 1580



Lasciamo la parola ai documenti notarili che ci informano su abitanti, persone e personaggi che iniziano a connotare il nostro piccolo centro; Mi limiterò nel fare brevi commenti per approfondire o meglio specificare quanto in essi descritto.

Anno Domini 1455 Appare il cognome Crosta

Documento non comune sia per l’anno,  1455, sia per il contenuto; perché i notai dell’epoca non erano adusi all’inserire il cognome ma il luogo di provenienza e  altresì l’Ambrogino defunto in questa data ci permette di retrodatare agli inizi del 400 la presenza del cognome Crosta in Peveranza. 
Vi è anche un soprannome che ha l’aria di identificare un di  Jacopo che diviene japo, ciapo… diminutivo Ciapino..
     Giovedì 18 gennaio[1], Giovanni Bossi, figlio di fu Signor Carlo(?) residente nel borgo di Varese che agisce(?) a nome di Agostino Bossi figlio del fu Paolo ricevono dai fratelli Giovanni e Francesco Crosta figli del fu Ambrogino detto Ciapino, residenti a Peveranza, 19 fiorini del valore di 32 soldi(?) per ogni fiorino che sono per il pagamento di tutto quello che Giovanni e Francesco per la soccida fatta con il detto Agostino per delle bestie(?) che ricevettero (?) dal detto Agostino. Promette il detto Giovanni obbligando sé stesso e i propri beni di restituire i soldi(?) (purtroppo la seconda parte del documento mi è poco chiara, ma mi sembra che non dica molto più di questo). Atto in Castiglione nella casa del notaio. 

Anno Domini 1455 Proprietà Castiglioni
Nel 1455, vi è la testimonianzadi un livello, del quale però non siamo in possesso, che testimonia di alcuni beni situati in Peveranza in proprietà al Nobile Gian Battista del fu Ubertino Castiglioni[2].

Anno Domini 1467 Proprietà Castiglioni
Sempre di questi anni e, a dimostrazione delle ingenti proprietà in territorio di Peveranza lo strumento notarile del 19 marzo 1467 – il Testamento del Gabrio di Antonio Castiglioni - assegna i seguenti beni: Pertiche 100 di terra lavorativa, pertiche 16 di prato, pertiche 100 di boschi e brughiera e un sedime, situati in territorio di Peveranza, Pieve di Gallarate[3].
Quindi a questa data vi è con certezza un fabbricato oltre a quello della Chiesa.

Anno Domini 1495 i rappresentati della Comunita’
In un interessante articolo di Achille Macchi[4] sulla contrastata infeudazione di Gallarate a Giovanni Bentivoglio, si elencano le rappresentanze delle comunità sottostanti al Feudo tra queste degna di nota, perché foriera di informazioni, la parte relativa agli elenchi di personaggi chiamati a decidere su questa vicenda: 
         Gasparinus de Crostis fq. Petroli Console della Comunità e con Lui Andrea de Crostis, Balzarinus de Crostis fq. Petroli e Johannes sartor de Crostis tutti per la comunità di Peveranza. Inoltre sempre in questi atti appare più chiaramente il rapporto di parentela fra alcuni di essi: Gasparinus, Balzarinus et Ambrosius fratres de Crostis. A questa data abbiamo quindi:Un consistente nucleo di parenti tutti de Crostis che rappresentano la comunità di Peveranza; Un nome Balzarinus che compare anche nelle pergamene del 1272 e del 1306 e che ci fa supporre una lontana possibilità di parentela per tradizione e rimando del nome. Una attività esercitata nel paese: nella avara cronaca degli atti notarili, sappiamo che il Johannes de Crostis è un Sarto[5].

Anno Domini 1513 Atto di Comunità
In questo documento troviamo elencate altre famiglie oltre ai De Crostis: 
Petrinus de Boretis,  Donatus de Saporitis, Fernando de Tognis. Sono i rappresentanti della Comunità e sono chiamati al pagamento della tassa sul Sale. 
La località è chiamata Piperantio
Risiede in Peveranza Fernando de Tognis, del quale non avremo più traccia in seguito, sempre che nel corso degli anni il cognome non muta in altro. Più probabile una migrazione, cosa assai frequente come testimoniato continuamente dai documenti. Viene citato come testimone Antonio Macchi di Rovate.
Sabato 10 dicembre[6]In nomine Domini anno a nativitate Eiusdem millesimo quinquagesimo tertio decimo indictione secunda die Sabath decimo.... mensis Decembris: Petrinus de Boretis[7] fq Antonio, Donatus de Saporitis figlio di Bernardo, Fernando (?) de Tognis (?) fq Bernardo (?) Pietro de Tognis fq Antonio e Gabriel de Crostis fq Giovanni (il nome è cancellato, evidentemente non era presente all'assemblea) omnes habitantes in loco de Piperantio voluntarie ac omnibus modis elligerunt et deputaverunt etc... Francesum de Brusa (?) fq Antoni di Gallarate in postarum et pro posterio sali in loci Piperantio pe ril 1514 e deve pagare 5 lire e 4 soldi alle calende di Luglio prossimo futuro. Tra testimoni Antonio Macchi fq Giorgio (?) di Rovate.

Anno Domini 1525 i De Peveranza
Il cognome Piperantia riappare dopo secoli di silenzio: 
Ottobre[8], Venerabilis dominus Antonio Carnago fq Cristoforo residente a Milano Porta Nuova Parrocchia Sant'Andrea ad Pusterlam come patrono e amministratore degli affari del fratello riceve da illustre Pietro de Piperantia fq Ambrogio di Peveranza etc...


Anno Domini 1548 i Saporiti
Un cognome che occuperà per secoli la giusta casella nel lungo elenco di protagonisti della vita peveranzese. 
Altresì interessante il soprannome Monella e l’avo quel Donato che ritroviamo spesso in altri documenti.
Lunedì 20 Agosto[9]: I fratelli Pietro e Paolino detto "Monella" Saporiti,  figli del defunto Donato, residenti a Peveranza, rendono loro procuratori lo spettabile signore Tommaso Meda, Giacomo Antonio Martignoni, Francesco Bultrafio, Pietro Francesco Sabado e Giovanni Ambrogio Binago. atto siglato nella piazza di Peveranza.

Anno Domini 1548 Atto di Comunità
Decisamente interessante questo atto di comunità, cioè questo documento che testimonia le decisione prese a favore della popolazione dai propri rappresentanti, l'oggetto è semplicemente la nomina di un procuratore per qualche affare che riguarda la comunità ma che non viene minimamente specificato...; perché appaiono i nomi di almeno 3 quarti dei capofamiglia di Peveranza, tra questi il cognome "Mangiarini" che al momento solo in questo documento è trascritto e si evidenziano alcuni nomi e soprannomi dei Saporiti-Rangoniti, qui di nuovo citato Paolino il cui soprannome "El monella" sembra romanesco e Pietro, Console di Peveranza figlio di Donato, che incomincia a far presupporre che da lui tutto inizi per questo ramo dei Saporiti che molto probabilmente proviene da Lonate Ceppino..
       Lunedì 20 Agosto [10] durante la sesta indizione: Convocato e congregato il comune e gli uomini del luogo di Peveranza nel luogo dove solitamente si radunano, su mandato del Console del detto luogo di Peveranza al suono delle campane secondo il solito uso. In questa congregazione furono e sono presenti Pietro Saporiti figlio del fu Donato, Console del detto luogo di Peveranza, e insieme con lui Giovanni Pietro Mangiarini figlio del fu Ambrogio, Battista Saporiti figlio del fu Bernardino, Guido Boretti figlio del fu Pietro, Battista Macchi figlio di Bernardino, Bernardino Crosta figlio del fu Battista, Paolino Saporiti soprannominato “El monella” figlio del fu Donato, che sono e rappresentano tutta la comunità del detto luogo di Peveranza oppure la terza parte della detta comunità, tutti residenti nella detta località di Peveranza, Pieve di Gallarate, Ducato di Milano, tutti concordi e nessuno in disaccordo, volontariamente fanno loro sindaci (?) e procuratori speciali don Tommaso Meda, Giacomo Antonio Martignoni, Francesco Bultrassio (?) e don Giovanni Ambrogio Lurago e Pietro Francesco Palado (molto incerta la lettura di questo cognome!!), tutti presenti.
Atto nella piazza pubblica del detto luogo di Peveranza.
Abbiamo un luogo che simboleggia l’assemblea della comunità: la pubblica Piazza. Cercheremo di capire dove essa è posizionata nella realtà del tempo..
Testimoni: Don Giovanni Andrea (?) Carnago figlio del fu don Paolo residente a Carnago, Giovanni Maria Mazzucchelli figlio del fu Giovanni Antonio di Cassano Magnago e Ambrogio Quinzano figlio del fu Antonio di Bolladello.

Anno Domini 1549 conferme sul cognome Saporiti
Lunedì 7 Gennaio[11]: La signora Margherita Martignoni, figlia del fu Giovanni Simone, e i signori Francesco e Giovanni Andrea Carnago, figli di Margherita e del defunto signor Paolo, residenti a Carnago, che agiscono anche a nome del fratello don Polidoro, ricevono da Pietro Saporiti detto Rangonino figlio del defunto Donato, residente a Peveranza, che dà anche a nome del signor Francesco Castiglioni detto "Del Trionfo", 5 moggi e 2 stare di mistura di segale e miglio, che erano dovuti da Pietro al signor Francesco per debito.
E questi sono per quell'obbligazione fatta dal Signor Francesco alla signora Margherita e figli per mezzo del notaio di Milano Battista Fossa nel 1539 e sono per il pagamento per il fitto di una terra sita a Peveranza e da pagare entro la festa di San Martino.
Atto sito a Carnago nella casa della Signora Margherita.

Anno Domini 1556 I Crosta
Sabato 13 Giugno[12]:: Andrea de Innocenzi (?) fq Paolino di Vicoseprio a nome suo e di Giovanni Antonio e Cristoforo suoi fratelli promette de rato a Bernardino e Baldassare Crosta fq Giovanni Pietro di Peveranza etc...

Anno Domini 1561 i Boriti
Nomi e cognomi e soprannomi che si accavallano.
Il cognome Borriti infrascritto in vari modi De Boretis, Boretti, Boritti nell’atto del 1561, ci rivela come vi siano legami parentali con omonimi residenti a Crosio[13] in Pieve di Varese, Infatti  il Matrimonio del 28 gennaio 1565[14] ci conferma che Caterina filiola de Batista di Guido de peveranza sposa Guardino filiolo di Giuà di masari di boladello; testimoni Agostino Rangonino de peveranza et Francescho Crosti et Francescho MARELLO di peveranza.
Aggiungiamo come appare come residente in Peveranza, Francesco MARELLO, è l’unica testimonianza di questo abitante nel sedicesimo secolo, probabilmente risiede qui  temporaneamente; certo che doveva essere, la sua famiglia di provenienza, possidente e economicamente di rango tanto da trovare nelle mappe del Cessato Catasto Lombardo Veneto, una chiara indicazione toponomastica sovrapposta ai mappali posti sul confine con Rovate: “Cassinotto Val di Marello” intendendo così definire con questo nome di luogo una zona, un sito, un punto fisso del territorio da riferire in atti e documenti a riconoscimento del comprensorio agricolo/boschivo.
Troveremo più avanti i Marello di Rovate e i Marelli di Bolladello che intrecceranno le loro vite con le figlie di Peveranza sposandole e legando parentele oggi dimenticate.Come sempre la possibilità che il cognome lasci il posto al soprannome è anche qui alta, infatti i Macchi “de Marello” di Rovate[15] potrebbero essere tra questi.        
Sabato 21 Maggio: Ambrogio fq Giovanni Pietro e Bernardino padre e figlio Crosta a residenti a Peveranza ricevettero da Giovanni Pietro de Bregnoni fq Berthola di Daverio Pieve di Varese che dà a nome di Angelina de Bregnoni moglie legittima di Bernardino 115 lire e soldi 15 per la sua dote etc... testimoni: Angelo Crosta fq Giovanni Pietro di Peveranza e Giacomo Boriti detto “Fratino” fq Francesco di Crosio Pieve di Varese.

Anno Domini 1571 i Saporiti ovvero i Rangoniti
25 Settembre: Battista Oldrino fq D. Giovanni Pietro di Carate vende ad Antonio de Saporitis dictus Rangonino fq Battiste residente a Peveranza a nome suo e di Agostino Saporiti fratello, connubis una pezza di campo sita a Peveranza ubi dicitur in Zandugo per 120 lire.

Anno Domini 1572
Mercoledì 5 Aprile: Augustinus de Saporitis dictus de rangonino fq Baptiste habitans in loco Piperantio nomine suo et Antonini fratris suo retrovende a Giovanni Angelo de Secondis fq Antonii e Ambrogio figlio di Giovanni Angelo di Vico Seprio un campo sito a Vico Seprio di 4 Pertiche per 200 lire.Teste: Ambrogio de Saporitis fq Agostino residente a Peveranza.

Rangoniti è un soprannome e Saporiti è il cognomen, quindi la continuità e la presenza sin dalla prima anagrafe embrionale dei registri parrocchiali di questa famiglia è così confermata, i Saporiti sono i Rangoniti.

Anno Dominio1573 I Fuochi ovvero le famiglie

Alcuni dati tratti dai documenti della serie "feudi camerali" relativi al Feudo di Gallarate[16]. Ovviamente Peveranza non appare di frequente  - la parte del leone la fa Gallarate, con il suo numero di focolari immensamente più grande -  ma ci sono comunque degli elenchi di nomi.
Giovedì 6 Marzo 1573: vengono da Peveranza per il giuramento del nuovo feudatario:
v  Angelino de Rangonitis (Saporiti) Console
v  Giovanni Angelo de Crustis
v  Baptista de Crustis
v  Baptistinus de Borritis


Anno Domini 1575 il carattere dei peveranzesi
Problemi di rapporti di vicinato si direbbe oggi, ma per andare ad interpellare il Senato di Milano su questione di sconfinamento e di devastazione del territorio, vuol dire che la vicenda era assai grave e peritura: Lunedì 21 Febbraio[17], La Comunità di Cajrate si riunisce per nominare in qualità di procuratore speciale Giovanni Paolo Filigario(?) notaio di Milano per supplicare l'eccellentissimo senato di Milano per ottenere una opportuna promessa dal console, dal comune e dagli uomini di Peveranza ad effetto che non permettano che siano mandate né mandino le pecore e le altre bestie nei beni del console e degli uomini di Cajrate, perché portano un grande danno nei beni dei detti consoli e uomini di Cajrate e soprattutto nella distruzione e nella devastazione delle campagne, dei boschi e delle viti e negli altri beni e inoltre per il danno portato nei detti beni, e questo per evitare la nascita di questioni e scandali tra i detti constituenti e coloro che infliggono tali danni. Il procuratore è ben informato del problema

Anno Domini 1580 I De Peperanti
Giovedì 28 dicembre-[18]: Don Giacomo de Piperantio fq Cristoforo di Gallarate vende a Francesco Palazzo fq Battista etc...
Ecco un possibile legame con i Piperanzo degli atti del 1312:  i de Piperantia. Dopo tanto silenzio una seconda traccia dei de Peveranzo. 
Illustre Pietro de Piperantia” sembrerebbe poca cosa ma noi sappiamo che sino a questa data i Peveranzo sono viventi e residenti in Gallarate. Feudo e epicentro dei commerci e dell’economia di zona.
Ed ad una attenta analisi del poco che abbiamo, un minimo di informazione viene data: lo si appella Illustre, significato del quale sta per la Rizzoli-Larousse “che gode di chiara fama e notorietà per i suoi meriti e i suoi valori[19].





[1] ASMi. Appendice notai 17, notaio Castiglioni Battista.
[2] E. Cazzani, op. cit.  pg. 508.
[3] E. Cazzani, op. cit.  pg. 512.

[4] Achille G. Macchi, La contrastata infeudazione di Gallarate a Giovanni II Bentivoglio (1495), Archivio Storico Lombardo : Giornale della società storica lombarda (1985 dic, Serie 11, Volume 2, Fascicolo).

[5] Il nostro punto di partenza per questa dissertazione sul cognome CROSTA è il DU Cange, notissimo Dizionario di Latino Medievale che fornisce in modo completo una serie di voci e di possibili “traduzioni” delle stesse. Perché è la lingua dominante che attraversa un periodo temporale di quasi 900 anni, con un ampio vocabolario con termini della Vulgata e delle lingue germaniche presenti sui nostri territori. Bizantini, Goti, Longobardi, tutti hanno contribuito alla trasformazione della lingua e del lessico comune, una lingua che è ormai una miscellanea di fonemi e lemmi adattati alla nuova era. Ed è in questa amalgama glottologica che si “costruiscono” i cognomi. Lascio alle parole della Dottoressa Giuditta Campello il monito necessario e dovuto in questi casi: “Risalire all'origine dei cognomi è la cosa più difficile. Bisogna tenere in considerazione fattori d'influenza diversi e molte volte difficili da indagare - usi locali, toponimi che non esistono più, influenze volgari o dialettali, riferimenti a fatti impossibili da ricostruire a posteriori; magari l'origine di un cognome è molto più banale di quello che si potrebbe pensare”. Quindi addentriamoci nella lettura del significato di CRUSTA contenuta nel dizionario: oltre che indicare il bassorilievo soprattutto di marmo (riferito a pareti e vasi), indica una veste, mi sembra si tratti di una veste ricca, forse riservata a una classe nobiliare o comunque che doveva rappresentare un certo status sociale. Nel passo infatti, tratto dal codice di Teodorico (circa 500 d.c., alto medioevo), nella parte dedicata agli attori di teatro, si vieta ai mimi donna (in questo genere teatrale erano ammesse anche attrici donne) di indossare tutta una serie di vesti preziose (gemme, sete decorate, tessuti dorati) e anche le vesti chiamate Crustae in latino derivato da un vocabolo greco. Dice inoltre che erano vesti in cui mischiato ad altri colori brillava il rosso della porpora pura. Più sotto richiama anche il significato relativo ai bassorilievi soprattutto di marmo e sui vasi. Mi sembra interessante segnalare questo significato (che tra l'altro nel latino classico non c'è) perché potrebbe essere riconducibile all'origine del cognome.
Magari più che a una famiglia di artigiani legata alla scultura del marmo, de Crustis potrebbe far riferimento a una famiglia di sarti che confezionavano quel particolare tipo di veste.
[6] ASMi, Fondo Notarile, Lombardi, Notaio Giovanni Maria Appiani , Cartella   6987.
[7] il nome non è sicurissimo. Ma da altri documenti di epoche successive appare un defunto Giovanni Pietro Boretti che penso sia identificabile con lui...
[8] ASMi, Fondo Notarile, Lombardi, Notaio Macchi Donato , Cartella   3643.
[9] ASMi. Notarile atti cartella 12542.

[10] ASMi. Notarile, atti cartella 12542, notaio Sebastiano Martignoni.
[11] ASMi. Notarile atti cartella 12542
[12] ASM, Fondo Notarile, Lombardi, Notaio Martignoni Giovanni Francesco qm Giovanni Antonio, Cartella 10540.
[13] Crosio della Valle Comune di 600 abitanti della nostra provincia, dista da Peveranza circa 16 km.
[14] APP, Libro dei Matrimoni.
[15] G. Fimmanò, A.P. Guenzani, Rovate nel passato: i fatti, il territorio, le famiglie, ed. Colarco, 2003 .pg 58.
[16] ASMi -  Feudi Camerali, Feudo di Gallarate 530. Sempre il Dottor Mazzucchi!
[17] ASMi -  Fondo Notarile, Lombardi, atti 14431, Notaio Pusterla Cesare.
[18] ASM, Fondo Notarile, Lombardi, Notaio Mantegazza Girolamo qm Cesare, Cartella 19087.
[19] Rizzoli-Larousse volume VII, pg. 713.

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