Capitolo LXXXV
LA GRANDE GUERRA
LA GRANDE GUERRA
Cade l’anniversario dei 100 anni
dalla fine della guerra in Italia, oggi la notizia passa sottotono e nessuno si
ricorda di quelle migliaia di giovani che perirono in questo immane conflitto!
un fatto decisamente vergognoso perché senza memoria e senza il rispetto per
questo gigantesco martirio non potremo mai avere il senso del Dovere oggi tanto
dimenticato da generazioni che nemmeno vengono sfiorate dal pensiero di
riconoscenza per queste morti intempestive.
Nessuno allora poteva presumere
che sarebbe diventato quel tragico e
doloroso massacro che attraversò l’intera Nazione, la politica italiana
(bugiardi per natura) parlava di grandi motivazioni nazionalistiche e di guerra
veloce e breve, nascondendo ciò che già avveniva sui fronti franco-prussiani e
soprattutto su quello russo-tedesco dove già 400.000 erano i caduti di entrambi
gli eserciti.
Ogni regione, ogni città, ogni
paese, ogni frazione ebbe i suoi morti da piangere.
Il presagio che dovesse trattarsi di una Guerra Nuova lunga e sterminatrice fu nascosto dai Governanti Italiani e gli Alti gradi del nostro Esercito non vollero vedere oltre il loro naso che era notoriamente sempre al caldo nelle retrovie e lontano dalle trincee.
Il presagio che dovesse trattarsi di una Guerra Nuova lunga e sterminatrice fu nascosto dai Governanti Italiani e gli Alti gradi del nostro Esercito non vollero vedere oltre il loro naso che era notoriamente sempre al caldo nelle retrovie e lontano dalle trincee.
La peggiore classe militare di
tutti tempi andò alla guerra senza nessuna preoccupazione per le truppe e per i
giovani che venivano ogni giorno sacrificati sui fronti carsici e trentini. Una
carneficina che spopolava interi paesi e rendeva per la prima volta Nazionale
un sentimento dolente: il Lutto.
Meraviglia ancora oggi che ci
siano vie dedicata a quel gran incompetente piemontese che fu il Generale
Cadorna, vero imbelle che trasformò uomini e donne in carne da cannone con una
semplice e disarmante filosofia
utilitaristica: bastava avere più soldati
degli altri per vincere la guerra. Peccato che le nuove armi mietevano più
vittime di quanti figli potesse dare l’Italia.
Veniamo al perché di questa
drammatica dissertazione: Don Samuele Orio parroco di Peveranza di quegli anni
non ci lascia nessun accenno delle vicende e di come si visse in Peveranza
questa temuta e funesta guerra, resta però nella Cappella dedicata a Maria, un
quadro che contiene la supplica, la preghiera delle famiglie dei militi partiti
per il fronte.
Nel 1916 ormai acclarata la vera
entità della tragedia, questi si resero conto di quale fosse il dramma che si
andava a vivere in quegli anni e tramutarono in preghiera e supplica la loro
paura. “O Maria Salvate i nostri soldati” la preghiera è struggente, e sul
retro del quadro la motivazione: 25 marzo
1916, Colla loro offerta hanno contribuito a questo voto i parenti dei
sottotitolati ( I soldati che vengono elencati per nome e cognome) che si raccomandano in modo particolare
alla protezione di Maria.
Seguono 55 nomi cioè almeno 55
giovani che partiranno o erano partiti per il fronte, si perché in tre casi si
parla di fratelli e non si fa cenno al numero di questi, quindi 55 resta un
dato incerto, inoltre non vengono citati quelli delle classi 98, 99 e 900, ho
aggiunto di mio pugno alcuni nomi, che sono ricordati nel nostro Sacrario.
Macchi
Severino fu Tommaso
Macchi Giuseppe Fu Tommaso
Macchi Giuseppe Fu Tommaso
Saporiti
Antonio di Francesco
Saporiti Cesare di Carlo
Saporiti Cesare di Carlo
Crosta Paolo fu Gaetano
Martegani Giuseppe di Guido
Martegani Giuseppe di Guido
Saporiti
Antonio di Carlo
Colombo Giovanni
Colombo Giovanni
Saporiti
Luigi di Vincenzo
Canavesi Ambrogio fu Giuseppe
Canavesi Ambrogio fu Giuseppe
Saporiti
Celso di Giuseppe
Farinelli Eusebio
Farinelli Eusebio
Fratelli
Gatti di Francesco
Mussi Agostino di Baldassarre
Mussi Agostino di Baldassarre
Botta
Angelo di Luigi
Botta Antonio di Luigi
Botta Antonio di Luigi
Fratelli
Crosta fu Pietro
Montalbetti Bartolomeo di Franco
Montalbetti Bartolomeo di Franco
Montalbetti
Giuseppe di Franco
Macchi Natale di Rocco
Macchi Natale di Rocco
Macchi
Cesare di Rocco
Montalbetti Alfonso fu Carlo
Montalbetti Alfonso fu Carlo
Montalbetti
Giovanni fu Luigi
Montalbetti Ambrogio fu Luigi
Montalbetti Ambrogio fu Luigi
Saporiti
Giovanni di Baldassarre
Saporiti Enrico di Antonio
Saporiti Enrico di Antonio
Montalbetti
Angelo di Felice
Montalbetti Eugenio di Felice
Montalbetti Eugenio di Felice
Crosta Natale fu Gaetano
Saporiti Angelo fu Giuseppe
Saporiti Angelo fu Giuseppe
Saporiti
Luigi fu Giuseppe
Saporiti Guglielmo di Baldassarre
Saporiti Guglielmo di Baldassarre
Saporiti
Giuseppe di Ignazio
Saporiti Gerolamo di Ignazio
Saporiti Gerolamo di Ignazio
Macchi
Angelo di Massimino
Macchi Francesco di Massimino
Macchi Francesco di Massimino
Gadda
Mario di Edoardo
Pozzi Giovanni fu Celeste
Pozzi Giovanni fu Celeste
Saporiti
Giacomo fu Damiano
Fornasa Giuseppe fu Domenico
Fornasa Giuseppe fu Domenico
Fornasa
Triano fu Domenico
Montalbetti Ercole fu Carlo
Montalbetti Ercole fu Carlo
Saporiti
Giovanni di Vincenzo
Sgarella Giovanni
Sgarella Giovanni
Fratelli
Galli di Giacinto
Fontana Giuseppe
Fontana Giuseppe
Fratelli
Saporiti fu Gerolamo
Mussi Carlo di Giuseppe
Mussi Carlo di Giuseppe
Macchi
Luigi di Massimino
Crosta Carlo di Antonio
Crosta Carlo di Antonio
Saporiti
Angelo fu Antonio
Crosta Antonio di Giuseppe
Crosta Antonio di Giuseppe
Botta
Serafino di Luigi
Montalbetti Giovanni fu Angelo
Montalbetti Giovanni fu Angelo
Saporiti
Edoardo di Ignazio
Crosta Luigi
Crosta Luigi
Lodrini
Carlo
Esso è lì, muta testimonianza di
un tragico periodo della nostra vita, si dirà servì per unire il Paese, si
certo ma a quale prezzo?
Intere generazioni, figli, padri
sepolti sotto due metri di terra per la vanagloria di pochi, incapaci, inetti
politicanti e militari; con la complicità di molti, furono corresponsabili del
vero primo sterminio di massa di giovani speranzosi che in nome di un opinabile
unità nazionale furono sacrificati lungo 700 kilometri di fronte militare.
E
tra questi figli ci furono i nostri concittadini che non sono tornati, voglio
qui ricordarli:
Soldato Crosta Luigi di Filippo |
Saporiti Giovanni Giuseppe di Baldassarre |
Info grafiche estratte da
https://www.albodorolombardia.it/
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