mercoledì 25 settembre 2019


Capitolo XV

1565 Il Libro dei Matrimoni.
           


    Nella fase riformatrice voluta fortemente da Carlo Borromeo, si inserisce il filone delle registrazioni obbligatorie di tre importanti eventi della vita dell’uomo: il Battesimo, il Matrimonio e la Morte.
            L’11 novembre 1563 nella XXIV sessione del Concilio si decreta l’obbligatorietà della trascrizione del matrimonio alla presenza di almeno due testimoni e la sua registrazione in libro conservato presso la Parrocchia. Si andava così delineando un embrionale anagrafe matrimoniale che aveva molteplici funzioni sia legali e quindi civili, che religiose: la legalità dei matrimoni, un unico soggetto dispensatore e autorizzato alla celebrazione, una “memoria” di tali atti fatta a scongiurare situazioni equivoche quali legami tra consanguinei e una registrazione di fatto che rende il matrimonio un contratto pubblico a tutti gli effetti.
Il Libro dei Matrimoni, iniziatosi nel 1565[1] è il silenzioso testimone che ci offre  importanti informazioni: Nomi e Cognomi, parentele, testimoni, luoghi.
Conosciamo altresì spostamenti di popolazione da e per il nostro borgo che denotano una dinamicità apprezzabile per il periodo storico in essere.
I legami parentali si espandono verso altri centri limitrofi, nuove famiglie si compongono e nuovi gruppi familiari prendono domicilio.
Il numero degli stessi anno per anno ci racconta della crescita o della staticità del trend demografico.
Sono gli unici atti ufficiali che ci raccontano dei cambiamenti avvenuti nel villaggio di Peveranza ci mostrano per la prima volta gli abitanti del nostro paese. I Matrimoni si svolgono nella Chiesa di Peveranza la quale non è testualmente citata come luogo e come dedicazione ma si deduce che è li che avviene sia la registrazione che la cerimonia.
Come dato principale riscontriamo la celebrazione di uno, due matrimoni all’anno in un periodo abbastanza lungo, sino al 1622, anno nel quale si celebrano tre matrimoni; mentre il momento in cui si stabilizzano e si mantiene il numero di tre matrimoni è il 1653.

Ecco i primi matrimoni registrati in Peveranza[2]:
1565, 28 gennaio – Caterina filiola de Batista di Guido dito di Boriti de Peveranza et Guardino filiolo di Giuà di masari di Boladello; Testimoni Agostino Rangonino de Peveranza et Francescho Crosti et Francesch Marelo di Peveranza.

1566(9)[3], 22 gennaio –Jouanna filiola di Togno de Rangonino de peveranza et Andrea filiolo di Batista de Guido dito di Boriti de peveranza; testimoni Francesco de Lona pozoldo dito il Tiello et Francescho Crosta de peveranza .

1570, 12 febbraio. Batista Giringelo filiolo de Giouanpauolo de Morazono  et Antonia filiola di Giouà Angelo Crosta de peueranza; testimoni Agostino Rangonino de peveranza et Mr Ambrosio di Morazono.

1571, 4 marzo – Francescha filiola de Batista de Guido de peveranza et Petro filiolo de Francescho dil Curtino dito il tartaino de boladelo; testimoni Francescho Crosta di dita tera et Francesco de boladelo dito il Nanirolo .

1572, 10 febraro –Jouanina filiola de Batista de Agostino di Crosti peveranza et Ludouico Carabello filiolo di Jacobo da Monte; Testimoni: Ambrosio Carabello da Monte et Andrea de Guido et Andrea de Batista de peveranza .

1573, 28 giugno – Xabeta filiola di Msr Ambroxio di Crosti(a) de peveranza et Tomasio di Fontana Molinari de Cariate; testimoni Agostino Rangonino, Mr Crestofo de Carate et Batista de Guido de peveranza.

1574, 26 settembre –Madalena filiola de Batista de Guido de peveranza et Giuoani de Cardano; testimoni Togno de Batista di Rangoniti et Filipo di Crosti di peveranza.

Osserviamo come: 
Il primo matrimonio vede Caterina di Guido detto di Boriti andare in sposa a Guardino bolladellese, con testimoni Agostino Rangonino e Francesch Marelo. Come si può osservare i cognomi sono quelli già più volte riscontrati con conferma della presenza in peveranza dei Marelo (della quale più volte detto e scritto poco sappiamo in questo periodo) dei Di Guido detti dei Boriti ad identificare il nucleo differenziandolo così da qualche altro gruppo portante lo stesso cognome e il Rangonino che sappiamo essere il soprannome, ma che il parroco sempre trascrive agli atti, sempre con lo stesso obbiettivo di distinguere i rami famigliari per evitare omonimie o confusione.   
Il secondo Aggiunge un Testimone di Lonate Pozzolo, Francesco[4], identificato poi con un soprannome Tiello in sostituzione del cognome che è assente. A Lonate Pozzolo vi è residente una famiglia detta di Peverantia[5] composta da 4 persone e censita nello Stato delle Anime del 1574, probabilmente vi è una corrispondenza parentale o di rapporti amicali tra abitanti migrati in Lonate e questo Matrimonio.  
Il terzo vede lo sposo essere di Morazzone come il testimone, questo sarà un filo conduttore di tutti i matrimoni: uno dei testimoni arriva dal paese di provenienza dello sposo o della sposa. 
Nel successivo una splendida fila di Soprannomi; Francesco del Curtino detto il Tartarino e il Nanirolo
Il quinto ci consegna un Lodovico Carabello figlio di Jacopo di Monte, località sita in Solbiate Arno. 
Il sesto Xabeta figlia di Mst Crosti va in sposa al Tommaso figlio dei Molinari cioè dei proprietari di un Mulino di Cairate, tanto da scomodare messer Crestoforo da Cairate quale testimone. 
Anche il settimo vede una giovane peveranzese andare in sposa ad uno “straniero”: Maddalena sposa il Giovanni di Cardano.

BREVE NOTA SU VICENDE CHE INTERESSANO BOLLADELLO

Tra le pieghe della storia… Come detto sin dall'inizio cerchiamo nella storia degli altri la nostra storia, ma così facendo anche nella nostra storia si trova la storia degli altri. 
Scusate il gioco di parole, ma nel registro di Matrimonio alla data del Anno 1582 addì 24 giugno si sposano Lucia figlia di Francesco di Rangoniti e Marco figlio di Francesco di Crosti, direte voi e quindi?  li sposa il parroco di Bolladello Sacerdote Gaspar di Preosti  il quale sostituisce in questa celebrazione il curato Giouà Crosta - non conosciamo il motivo -. Abbiamo perciò traccia di uno dei parroci di Bolladello, cosa non da poco visto che si inizia a registrarne la presenza solo nella seconda metà del 600...







[1] https://storiaterritoriotrentino.fbk.eu/content/battesimi-matrimoni-sepolture-il-concilio-di-trento-e-gli-archivi-parrocchiali: In uno dei suoi ultimi decreti, promulgato nella sessione dell’11 novembre 1563, il concilio stabilisce che ogni parroco abbia l’obbligo di tenere nell’archivio della propria chiesa due registri: uno in cui trascrivere i nomi dei bambini ai quali si è impartito il battesimo e un altro dove annotare la celebrazione dei matrimoni. Di fatto, a differenza degli altri registri che già esistono in molte parrocchie, il registro dei matrimoni è una novità assoluta e fondamentale del concilio tridentino. Il testo che impone ai parroci i registri di matrimonio («il parroco tenga un libro, nel quale siano annotati i nomi degli sposi e dei testimoni, il luogo e il giorno del contratto di matrimonio, lo custodisca diligentemente presso di sé e ad esso si attribuisca il valore di prova dei matrimoni effettuati») esprime la volontà di imporre un unico modello di matrimonio legittimo, che riporti nell’alveo della Chiesa tutte quelle consuetudini matrimoniali diverse che minacciavano di snaturarne la natura sacramentale. Dopo il concilio di Trento, il parroco è l’unico ufficiale autorizzato a celebrare il matrimonio (anche se i soggetti del sacramento restano gli sposi); il matrimonio deve essere annunciato durante le messe solenni nei tre giorni precedenti la celebrazione del rito (sono le «pubblicazioni»); infine, come si è visto, il parroco deve vergare su un apposito registro e non su semplici fogli volanti il nome dei coniugi e dei padrini, allo scopo di evitare gli impedimenti che nascevano per un eventuale matrimonio tra padrino e figlioccio o tra consanguinei. Con queste misure, che fanno entrare la nascita, il matrimonio e la morte di ciascuno in un orizzonte religioso e burocratico, la Chiesa cattolica diviene un anello fondamentale dei processi di disciplinamento sociale (come dicono gli storici oggi) che caratterizzano le società europee in quei secoli. Le autorità secolari, accettando le deliberazioni del concilio, delegano per il momento ai parroci lo svolgimento di queste funzioni pubbliche, lasciando così alla Chiesa uno spazio amplissimo di conoscenza e di controllo sulla vita dei proprio fedeli.
[2] Ve ne sono anche altri di atti registrati,  ma il documento risulta talmente ammalorato che è impossibile al momento trarne informazioni certe, alla tecnologia futura l’arduo compito di decrittare tali scritti
[3] In un altro registro depositato nell’archivio diocesano si riportano gli stessi dati ma con anno del matrimonio 1569.
[4] Bertolli – Iannello Cognomi, nomi e soprannomi a Lonate Pozzolo lungo i secoli, edito a Lonate Pozzolo nel 2011.  Per le origini di questo cognome suggeriamo la lettura di un ottimo documento storico scientifico di importante rilevanza per la vita di Lonate Pozzolo ovvero il e rintracciabile alla pagina internet  http://www.comune.lonatepozzolo.va.it/public/Vivere%20Lonate/Storia/17543304_Cognomi%20nomi%20soprannomi%20a%20Lonate%20Pozzolo%20lungo%20i%20secoli.pdf
[5] Bertolli – Iannello, Op. Cit.. pg 18.

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