Capitolo XV
1565 Il Libro dei Matrimoni.
L’11 novembre 1563 nella
XXIV sessione del Concilio si decreta l’obbligatorietà della trascrizione del
matrimonio alla presenza di almeno due testimoni e la sua registrazione in
libro conservato presso la Parrocchia. Si andava così delineando un embrionale
anagrafe matrimoniale che aveva molteplici funzioni sia legali e quindi civili,
che religiose: la legalità dei matrimoni, un unico soggetto dispensatore e
autorizzato alla celebrazione, una “memoria” di tali atti fatta a scongiurare
situazioni equivoche quali legami tra consanguinei e una registrazione di fatto
che rende il matrimonio un contratto pubblico a tutti gli effetti.
Il Libro dei Matrimoni, iniziatosi nel 1565[1]
è il silenzioso testimone che ci offre
importanti informazioni: Nomi e Cognomi, parentele, testimoni, luoghi.
Conosciamo altresì spostamenti di popolazione da e
per il nostro borgo che denotano una dinamicità apprezzabile per il periodo
storico in essere.
I legami parentali si espandono verso altri centri
limitrofi, nuove famiglie si compongono e nuovi gruppi familiari prendono
domicilio.
Il numero degli stessi anno per anno ci racconta
della crescita o della staticità del trend demografico.
Sono gli unici atti ufficiali che ci raccontano dei
cambiamenti avvenuti nel villaggio di Peveranza ci mostrano per la prima volta
gli abitanti del nostro paese. I Matrimoni si svolgono nella Chiesa di
Peveranza la quale non è testualmente citata come luogo e come dedicazione ma
si deduce che è li che avviene sia la registrazione che la cerimonia.
Come dato principale riscontriamo la celebrazione di
uno, due matrimoni all’anno in un periodo abbastanza lungo, sino al 1622, anno
nel quale si celebrano tre matrimoni; mentre il momento in cui si stabilizzano e
si mantiene il numero di tre matrimoni è il 1653.
Ecco i primi matrimoni registrati in Peveranza[2]:
1565, 28
gennaio – Caterina filiola de Batista di Guido dito di Boriti de Peveranza
et Guardino filiolo di Giuà di masari di Boladello; Testimoni
Agostino Rangonino de Peveranza et Francescho Crosti et Francesch Marelo di Peveranza.
1566(9)[3],
22 gennaio –Jouanna filiola di Togno de Rangonino de peveranza
et Andrea filiolo di Batista de Guido dito di Boriti de
peveranza; testimoni Francesco de Lona
pozoldo dito il Tiello et
Francescho Crosta de peveranza .
1570,
12 febbraio. Batista Giringelo filiolo
de Giouanpauolo de Morazono et Antonia
filiola di Giouà Angelo Crosta
de peueranza; testimoni Agostino Rangonino de peveranza et Mr Ambrosio di Morazono.
1571,
4 marzo – Francescha filiola de Batista de Guido de peveranza et Petro filiolo de Francescho dil Curtino dito
il tartaino de boladelo; testimoni Francescho Crosta di dita tera et Francesco de
boladelo dito il Nanirolo .
1572,
10 febraro –Jouanina filiola de Batista de Agostino di Crosti peveranza
et Ludouico Carabello filiolo di Jacobo da Monte; Testimoni: Ambrosio Carabello da Monte et Andrea
de Guido et Andrea de Batista de peveranza .
1573,
28 giugno – Xabeta filiola di Msr Ambroxio di Crosti(a) de
peveranza et Tomasio di Fontana Molinari de Cariate; testimoni Agostino Rangonino, Mr Crestofo de Carate et Batista de Guido de peveranza.
1574,
26 settembre –Madalena filiola de Batista de Guido de peveranza et Giuoani de Cardano; testimoni Togno de
Batista di Rangoniti et Filipo di Crosti di peveranza.
Osserviamo come:
Il primo matrimonio vede Caterina di Guido detto di Boriti andare in sposa a Guardino bolladellese, con testimoni Agostino Rangonino e Francesch Marelo. Come si può osservare i cognomi sono quelli già più volte riscontrati con conferma della presenza in peveranza dei Marelo (della quale più volte detto e scritto poco sappiamo in questo periodo) dei Di Guido detti dei Boriti ad identificare il nucleo differenziandolo così da qualche altro gruppo portante lo stesso cognome e il Rangonino che sappiamo essere il soprannome, ma che il parroco sempre trascrive agli atti, sempre con lo stesso obbiettivo di distinguere i rami famigliari per evitare omonimie o confusione.
Il secondo Aggiunge un Testimone di Lonate Pozzolo, Francesco[4], identificato poi con un soprannome Tiello in sostituzione del cognome che è assente. A Lonate Pozzolo vi è residente una famiglia detta di Peverantia[5] composta da 4 persone e censita nello Stato delle Anime del 1574, probabilmente vi è una corrispondenza parentale o di rapporti amicali tra abitanti migrati in Lonate e questo Matrimonio.
Il terzo vede lo sposo essere di Morazzone come il testimone, questo sarà un filo conduttore di tutti i matrimoni: uno dei testimoni arriva dal paese di provenienza dello sposo o della sposa.
Nel successivo una splendida fila di Soprannomi; Francesco del Curtino detto il Tartarino e il Nanirolo.
Il quinto ci consegna un Lodovico Carabello figlio di Jacopo di Monte, località sita in Solbiate Arno.
Il sesto Xabeta figlia di Mst Crosti va in sposa al Tommaso figlio dei Molinari cioè dei proprietari di un Mulino di Cairate, tanto da scomodare messer Crestoforo da Cairate quale testimone.
Anche il settimo vede una giovane peveranzese andare in sposa ad uno “straniero”: Maddalena sposa il Giovanni di Cardano.
Il primo matrimonio vede Caterina di Guido detto di Boriti andare in sposa a Guardino bolladellese, con testimoni Agostino Rangonino e Francesch Marelo. Come si può osservare i cognomi sono quelli già più volte riscontrati con conferma della presenza in peveranza dei Marelo (della quale più volte detto e scritto poco sappiamo in questo periodo) dei Di Guido detti dei Boriti ad identificare il nucleo differenziandolo così da qualche altro gruppo portante lo stesso cognome e il Rangonino che sappiamo essere il soprannome, ma che il parroco sempre trascrive agli atti, sempre con lo stesso obbiettivo di distinguere i rami famigliari per evitare omonimie o confusione.
Il secondo Aggiunge un Testimone di Lonate Pozzolo, Francesco[4], identificato poi con un soprannome Tiello in sostituzione del cognome che è assente. A Lonate Pozzolo vi è residente una famiglia detta di Peverantia[5] composta da 4 persone e censita nello Stato delle Anime del 1574, probabilmente vi è una corrispondenza parentale o di rapporti amicali tra abitanti migrati in Lonate e questo Matrimonio.
Il terzo vede lo sposo essere di Morazzone come il testimone, questo sarà un filo conduttore di tutti i matrimoni: uno dei testimoni arriva dal paese di provenienza dello sposo o della sposa.
Nel successivo una splendida fila di Soprannomi; Francesco del Curtino detto il Tartarino e il Nanirolo.
Il quinto ci consegna un Lodovico Carabello figlio di Jacopo di Monte, località sita in Solbiate Arno.
Il sesto Xabeta figlia di Mst Crosti va in sposa al Tommaso figlio dei Molinari cioè dei proprietari di un Mulino di Cairate, tanto da scomodare messer Crestoforo da Cairate quale testimone.
Anche il settimo vede una giovane peveranzese andare in sposa ad uno “straniero”: Maddalena sposa il Giovanni di Cardano.
BREVE NOTA SU VICENDE CHE INTERESSANO BOLLADELLO
Tra le pieghe della storia… Come detto sin dall'inizio
cerchiamo nella storia degli altri la nostra storia, ma così facendo anche
nella nostra storia si trova la storia degli altri.
Scusate il gioco di parole, ma nel registro di Matrimonio alla data del Anno 1582 addì 24 giugno si sposano Lucia figlia di Francesco di Rangoniti e Marco figlio di Francesco di Crosti, direte voi e quindi? li sposa il parroco di Bolladello Sacerdote Gaspar di Preosti il quale sostituisce in questa celebrazione il curato Giouà Crosta - non conosciamo il motivo -. Abbiamo perciò traccia di uno dei parroci di Bolladello, cosa non da poco visto che si inizia a registrarne la presenza solo nella seconda metà del 600...
Scusate il gioco di parole, ma nel registro di Matrimonio alla data del Anno 1582 addì 24 giugno si sposano Lucia figlia di Francesco di Rangoniti e Marco figlio di Francesco di Crosti, direte voi e quindi? li sposa il parroco di Bolladello Sacerdote Gaspar di Preosti il quale sostituisce in questa celebrazione il curato Giouà Crosta - non conosciamo il motivo -. Abbiamo perciò traccia di uno dei parroci di Bolladello, cosa non da poco visto che si inizia a registrarne la presenza solo nella seconda metà del 600...
[1] https://storiaterritoriotrentino.fbk.eu/content/battesimi-matrimoni-sepolture-il-concilio-di-trento-e-gli-archivi-parrocchiali:
In uno dei suoi ultimi decreti,
promulgato nella sessione dell’11 novembre 1563, il concilio stabilisce che
ogni parroco abbia l’obbligo di tenere nell’archivio della propria chiesa due
registri: uno in cui trascrivere i nomi dei bambini ai quali si è impartito il
battesimo e un altro dove annotare la celebrazione dei matrimoni. Di fatto, a differenza degli altri
registri che già esistono in molte parrocchie, il registro dei matrimoni è una
novità assoluta e fondamentale del concilio tridentino. Il testo che impone ai
parroci i registri di matrimonio («il parroco tenga un libro, nel quale siano annotati
i nomi degli sposi e dei testimoni, il luogo e il giorno del contratto di
matrimonio, lo custodisca diligentemente presso di sé e ad esso si attribuisca
il valore di prova dei matrimoni effettuati») esprime la volontà di imporre un
unico modello di matrimonio legittimo, che riporti nell’alveo della Chiesa
tutte quelle consuetudini matrimoniali diverse che minacciavano di snaturarne
la natura sacramentale. Dopo il concilio di Trento, il parroco è l’unico
ufficiale autorizzato a celebrare il matrimonio (anche se i soggetti del
sacramento restano gli sposi); il matrimonio deve essere annunciato durante le
messe solenni nei tre giorni precedenti la celebrazione del rito (sono le
«pubblicazioni»); infine, come si è visto, il parroco deve vergare su un apposito
registro e non su semplici fogli volanti il nome dei coniugi e dei padrini,
allo scopo di evitare gli impedimenti che nascevano per un eventuale matrimonio
tra padrino e figlioccio o tra consanguinei. Con queste misure, che fanno
entrare la nascita, il matrimonio e la morte di ciascuno in un orizzonte
religioso e burocratico, la Chiesa cattolica diviene un anello fondamentale dei
processi di disciplinamento sociale (come dicono gli storici oggi) che
caratterizzano le società europee in quei secoli. Le autorità secolari,
accettando le deliberazioni del concilio, delegano per il momento ai parroci lo
svolgimento di queste funzioni pubbliche, lasciando così alla Chiesa uno spazio
amplissimo di conoscenza e di controllo sulla vita dei proprio fedeli.
[2] Ve ne sono anche altri di atti registrati, ma il documento risulta talmente ammalorato
che è impossibile al momento trarne informazioni certe, alla tecnologia futura
l’arduo compito di decrittare tali scritti
[3]
In un altro
registro depositato nell’archivio diocesano si riportano gli stessi dati ma con
anno del matrimonio 1569.
[4]
Bertolli –
Iannello Cognomi, nomi e soprannomi a Lonate Pozzolo lungo i secoli, edito a
Lonate Pozzolo nel 2011. Per le origini
di questo cognome suggeriamo la lettura di un ottimo documento storico
scientifico di importante rilevanza per la vita di Lonate Pozzolo ovvero il e
rintracciabile alla pagina internet http://www.comune.lonatepozzolo.va.it/public/Vivere%20Lonate/Storia/17543304_Cognomi%20nomi%20soprannomi%20a%20Lonate%20Pozzolo%20lungo%20i%20secoli.pdf
[5] Bertolli –
Iannello, Op. Cit.. pg 18.
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