Capitolo XXVII
LA
PRIMA RICOSTRUZIONE DELLA CHIESA
Nell’agosto del 1619 il parroco Giò Battista Montalbetto scrive
un’accorata lettera al Preosto di
Gallarate capo Pieve:
Il Curato et populo di Piperanza Pieve di Gallarate
hano di nuovo fabricato la maggior parte della sua chiesa et tutta la cappella
maggiore et in detta capella vorrebbero quanto prima celebrare. E chiede che
detta chiesa e capella sia benedetta e sia concessa la licenza per celebrare[1].
Queste semplici parole ci raccontano della prima grande opera di pristino
e rinnovamento della chiesa di S.ta Maria, purtroppo non ci fornisce
nessuna descrizione dei lavori e della morfologia del fabbricato; vedremo poi
nelle successive Visite Pastorali quali novità introdusse e quanto più grande
fece la Chiesa.
Si deve quindi al Montalbetto la paternità della
ricostruzione di un edificio che già sentiva il peso del tempo e che doveva
essere ampliato e restaurato.
Ci conferma altresì il documento che è la Pieve di Gallarate il nostro
riferimento ecclesiale. Anni difficili questi per il territorio che subisce le
conseguenze nefaste della guerra dei 30 anni scoppiata nel 1618 e proseguita
con un escalation tale da far si che ogni angolo conosciuto avesse problemi di
carestia e di malattie, Peveranza rimanendo al margine probabilmente ne subisce
in parte di queste disgrazie.
Nel
1622 si compila lo Status
materialis nedum Ecclesie Collegiatae er Curatae S. Marieae Asumptae burgi
Gallarati, verum etiam totius Plebi[2].
Un bellissimo Tomo che elenca i beni, lo stato dei luoghi e lo stato
delle anime delle Parrocchie che si trovano nella Pieve di Gallarate.
Piperantia così
viene chiama la nostra località:
[c.195r] Sulla chiesa parrocchiale di Santa
Maria Assunta di Peveranza
Nello stesso anno, mese e giorno (delle
visite precedenti), il signor visitatore accedette alla chiesa parrocchiale di
Santa Maria Assunta di Peveranza, in cui si trova un unico altare costruito in
forma (giusta?) ma non consacrato, e non possiede di sopra una mensa almeno di
legno, ma solo un altare portatile, sulla cui consacrazione si dubita assai,
dal momento che non si è potuto notare nessun segno di consacrazione, e lo
stesso altare portatile non è coperto da una tela cerata.
E' ornato dalle mappe richieste, da
quattro candelabri d'oro, e una tabella delle preghiere segrete, poi da
due sculture di angeli, e da immagini d'oro, e infine da un piccolo tabernacolo
o custodia per custodire il santissimo sacramento, ma in questo non viene mai
mantenuto a causa degli abitanti di questo luogo di Peveranza, che non possono
manutenere l'olio per la lampada, essendo stati messi sopra due gradini di
legno dei (?) di mappa a causa della loro indecorosità.
La bradella è stata da poco terminata.
C'è una finestrella che serve a un qualche
fine (ma devo fare dei riscontri incrociati, dato che una parola si legge
male). Il detto altare è posizionato in una cappella quadrata il cui pavimento
è stato da poco coperto, le pareti sono rudi (non intonacate? Coi mattoni in
vista?).
Sulla parete che si trova dietro
l'altare, da cui dista un cubito o poco più, si trova appesa una icona senza
"coronidibus", su cui si trova rappresentata l'Assunzione della Beata
Vergine Maria.
Possiede due finestrelle laterali,
chiuse soltanto da un telo.
Alla detta cappella, che volge a
settentrione, vi si arriva solo mediante tre gradini di pietra, i cui superiori
sono infissi a un cancello di ferro privo di due bauli (anche questo dettaglio
deve essere controllato).
Questa cappella trasversa è unita con
una semplice trave di legno, senza l'immagine in mezzo del Nostro Signore. Su
questo altare non pesa nessuna incombenza a parte quella parrocchiale.
Riguardo alla chiesa.
La chiesa è abbastanza ampia e capace di
contenere tutto il popolo, ma finora non possiede nessuna sacrestia, ma al suo posto si trova una cappella
antica, del tutto aperta, e quasi senza suppellettili, e
non c'è nessuna torre campanaria, ma una campanella è appesa a una trave di
legno che sostiene al centro il tetto.
Il confessionale è vetusto e senza le
tabelle richieste.
La cassetta delle elemosine esposta in
chiesa per raccogliere le elemosine a nome della fabbrica è senza chiavi.
Non c'è nessun cimitero.
Quando i bambini devono essere battezzati vengono portati alla chiesa di
Bolladello.
In questa chiesa è presente un legato
della durata di un anno, alla cui prestazione sono tenuti il Signor Ludovico
Magenta da una parte, e dall'altra Angelo de Crustis, che sono a sufficienza.
Si dice che questa chiesa sia de Jure
patronato (ovvero sotto il patronato) della nobile famiglia dei Castiglioni del
luogo di Castiglione, cui fu riservato il potere di scegliere il curato.
RIGUARDO ALLA CASA PARROCCHIALE
La casa parrocchiale è contigua alla
chiesa ed è rivolta a occidente.
E' composta di quattro stanze al pian
terreno, ovvero la cucina, una "aulula", una cella per i vini,
e una piccola stanzetta e ci sono anche due stanze superiori.
Questa casa ha bisogno di riparazioni.
Possiede una curia molto ampia e un orto
annesso.
Il rettore della chiesa è Jo Baptista Montalbetus, è dotato di questo
beneficio, come c'è scritto nel suo stato personale (scritto a margine: fol 474
tergo), In casa tiene Giovanni de Ruinis
Zamulo, servo personale, di 21 anni.
La rendita di questo beneficio consiste
in 500 lire imperiali. Presso il parroco non si trova nessun libro
parrocchiale.
SULLA CURA DELLE ANIME:
Le anime da comunione sono 50, in totale
80. Questo beneficio parrocchiale non possiede nessuna cascina sottoposta.
Non è stato istituito in questa chiesa
nessun sodalizio religioso a parte la scuola della dottrina cristiana, che è
comunque riunita piuttosto di rado.
Le elemosine, che sono riunite nella
chiesa e anche donate dalle famiglie al tempo delle messe, sono custodite dallo
stesso curato in una cassetta munita di due chiavi, delle quali una la tiene il
parroco, l'altra uno dei fabbriceri, e vengono utilizzate per le riparazioni
della chiesa e per il suo ornamento.
Il parroco talvolta prende le elemosine
senza la partecipazione dei deputati.
Il parroco inoltre ha mostrato il libro
dei conti e una volta fatti i calcoli si scoprì creditore di 47:7 lire, che
pagò con denaro proprio a nome della fabbrica il curato di Bolladello, che li
diede in prestito a nome della predetta fabbrica.
La cappella antica è l’altare della Chiesa primigenia, ci conferma quello
che pensavamo ovvero che la chiesa è stata ruotata di 90° portando l’altare
maggiore a nord e lasciando l’altare originario ad est con trasformazione
dell’abside in cappella laterale o sacrestia.
Ci conferma che non è ancora stato costruito il fonte battesimale.
Attesta come non vi sia nessun sodalizio religioso.
Segnala che non v’è cimitero, credo più che altro che il cimitero non
avesse le caratteristiche richieste dalla regola corrente, cosa probabile,
visto l’ampliamento della chiesa e il disordine che regna …
[1]
ASDMi. lettera del 1619. Cartella 5 Fascicolo 9 ,
Spedizioni Diverse. – Archivio Spirituale, Sezione X, Visita Pastorale e
documenti aggiunti La lettera data 8 agosto 1619.
[2]
ASBSMAGa, Cartella 11. Documento tradotto dal Dott. Mazzucco
Matteo.
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