Capitolo LVI
1817
POSTO
FUORI DAL CENTRO ABITATO
Dopo la parentesi franciosa,
l’Austria-Ungheria riprende le redini e Governa i territori con la solita e
inappuntabile precisione teutonica ops, austriaca.
Inizia un periodo di grande fermento e modernizzazione delle lande anche
di quelle più lontane, come non mai sono molteplici le opere pubbliche tendenti
a modificare e migliore il traffico, l’igiene, i commerci e la vita delle
popolazioni lombarde.
Nel 1804 l’editto di Saint Cloud stabilisce che i cimiteri devono essere
esterni al centro abitato. Ma le prime norme a vietare le tumulazioni
nelle chiese sono le leggi mortuarie asburgiche, emanate nel 1743 dai sovrani
di Austria-Ungheria, Maria Teresa e Francesco Stefano d’Asburgo-Lorena.
Da sempre a Peveranza si seppelliva nel piccolo cimitero posto a fianco
della chiesa, tra la chiesa e la contrada di Santa Maria Assunta[2],
o come nel tempo passato si seppelliva anche all’interno della chiesa stessa.
Tale condizione e la vicinanza con i pozzi che alimentavano la vita e la
quotidianità delle famiglie strideva sempre di più allorquando la popolazione
iniziò a crescere e quindi di conseguenza anche il camposanto.
Si costruisce così per la prima volta un Cimitero esterno al centro
abitato e si dismette la tradizione di seppellire i morti in prossimità della
Chiesa.
Gli atti principiano nel 1817[3]
e nel 1823, l’opera si completa.
La perizia del 22 aprile 1817[4]
per stabilire i costi di tale opera apre con la presentazione della delegazione
dei rappresentanti di Peveranza: Il Sacerdote Don Carlo Besozzi, il Signor
Meina Luigi primo deputato, Fortunato Mussi sostituto al Sign. Giuseppe Vellate
Secondo Deputato, Montabetti Gaspare Terzo Deputato, Montalbetti Giuseppe Agente
Comunale e Martignoni Bartolomeo misuratore di fiducia del perito: si fecero diverse ispezioni per la
destinazione del fondo su cui più convenientemente fosse possibile averli a
colocare il cimitero.
La scelta cadde sulla porzione di terreno detto Brella di
proprietà di Gatti Giovanni giusto mappale 222 lungo la strada comunale per
Bolladello a Gallarate; Si soddisfò così l’esigenza di circa 300 anime[5]
di seppellire i propri morti in un luogo igienicamente protetto.
Successivamente mutate le esigenze e soprattutto completato il lotto
cimiteriale, con il “naturale” esaurimento dei posti, si provvide con progetto
del 1888 al raddoppio del cimitero, raddoppio che nel progetto originario venne
previsto, dato che si era già provveduto all’acquisto dell’area intera; tale
rimarrà sino alla sua definitiva dismissione nel 1928 data di realizzazione del
nuovo cimitero di via per Castelseprio.
Pianta del Cimitero e planimetria dell’area
interessata. Progetto del 1817. Agli Atti dell’ACCa.
[1] ACCa. Titolo 10
Cartella I° Fascicolo 9.
[2] Vedi le Relazioni
pastorali che ci indicano la presenza del cimitero.
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