giovedì 26 settembre 2019


Capitolo LVI

1817
SI PROGETTA IL CIMITERO[1]
POSTO FUORI DAL CENTRO ABITATO






Dopo la parentesi franciosa, l’Austria-Ungheria riprende le redini e Governa i territori con la solita e inappuntabile precisione teutonica ops, austriaca.
Inizia un periodo di grande fermento e modernizzazione delle lande anche di quelle più lontane, come non mai sono molteplici le opere pubbliche tendenti a modificare e migliore il traffico, l’igiene, i commerci e la vita delle popolazioni lombarde.
Nel 1804 l’editto di Saint Cloud stabilisce che i cimiteri devono essere esterni al centro abitato. Ma le prime norme a vietare le tumulazioni nelle chiese sono le leggi mortuarie asburgiche, emanate nel 1743 dai sovrani di Austria-Ungheria, Maria Teresa e Francesco Stefano d’Asburgo-Lorena.
Da sempre a Peveranza si seppelliva nel piccolo cimitero posto a fianco della chiesa, tra la chiesa e la contrada di Santa Maria Assunta[2], o come nel tempo passato si seppelliva anche all’interno della chiesa stessa. Tale condizione e la vicinanza con i pozzi che alimentavano la vita e la quotidianità delle famiglie strideva sempre di più allorquando la popolazione iniziò a crescere e quindi di conseguenza anche il camposanto.
Si costruisce così per la prima volta un Cimitero esterno al centro abitato e si dismette la tradizione di seppellire i morti in prossimità della Chiesa.
Gli atti principiano nel 1817[3] e nel 1823, l’opera si completa.
La perizia del 22 aprile 1817[4] per stabilire i costi di tale opera apre con la presentazione della delegazione dei rappresentanti di Peveranza: Il Sacerdote Don Carlo Besozzi, il Signor Meina Luigi primo deputato, Fortunato Mussi sostituto al Sign. Giuseppe Vellate Secondo Deputato, Montabetti Gaspare Terzo Deputato, Montalbetti Giuseppe Agente Comunale e Martignoni Bartolomeo misuratore di fiducia del perito: si fecero diverse ispezioni per la destinazione del fondo su cui più convenientemente fosse possibile averli a colocare il cimitero.
La scelta cadde sulla porzione di terreno detto Brella di proprietà di Gatti Giovanni giusto mappale 222 lungo la strada comunale per Bolladello a Gallarate; Si soddisfò così l’esigenza di circa 300 anime[5] di seppellire i propri morti in un luogo igienicamente protetto.
Successivamente mutate le esigenze e soprattutto completato il lotto cimiteriale, con il “naturale” esaurimento dei posti, si provvide con progetto del 1888 al raddoppio del cimitero, raddoppio che nel progetto originario venne previsto, dato che si era già provveduto all’acquisto dell’area intera; tale rimarrà sino alla sua definitiva dismissione nel 1928 data di realizzazione del nuovo cimitero di via per Castelseprio.


Pianta del Cimitero e planimetria dell’area interessata. Progetto del 1817. Agli Atti dell’ACCa.




[1] ACCa. Titolo 10 Cartella I° Fascicolo 9.
[2] Vedi le Relazioni pastorali che ci indicano la presenza del cimitero.
[3] ACCa. Titolo 10 Cartella I° Fascicolo 9. Atti vari per l’erezione del Cimitero di Peveranza
[4] ACCa. Titolo 10 Cartella I° Fascicolo 9.
[5] ACCa. Titolo 10 Cartella I° Fascicolo 9.

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