Capitolo XVII
1570
CARLO BORROMEO
I
Cambiamenti e la visita Pastorale.
La
figura di Carlo Borromeo è significativa per la Lombardia del XVI secolo, non
solo dal punto di vista religioso, ma soprattutto quale ordinatrice e
regolatrice del sistema civico e economico del territorio milanese: Le sue
regole per governare la Chiesa pongono le basi per un anagrafe sia religiosa
sia civile; infatti l’obbligo imposto dal Borromeo – derivato dal Concilio di
Trento - nella Diocesi di Milano di registrare i Battesimi, i Matrimoni, le
Morti, è l’embrione della moderna anagrafe. Il ciclo delle Visite Pastorali del Borromeo
sono esemplari di questa nuova volontà di ordine e di regola: si deve conoscere
e visitare ogni località, ogni chiesa, sapere chi la conduce, censire la
popolazione, elencare le chiese e i beni delle stesse, un lavoro decisamente
complesso e gigantesco per l’epoca.
La Visitazione della Pieve di Gallarate ne è
l’esempio: preparata con una visita propedeutica del Gesuita Padre Leonetto
Clivone nel 1566[1], mandato
quale “esploratore” alla ricerca di informazioni sui luoghi, sui patrimoni, questi
arriva in Peveranza il 3 ottobre di quell’anno, e descrive così la Chiesa di Santa
Maria Assunta che appara così in piena interezza di nome: Quel
giorno, 3 ottobre 1566, il presbitero don Lionetto Chiavone signor visitatore
visitò la chiesa di Santa Maria Assunta del luogo di peveranza. Due altari
compreso quello maggiore, C’è un battistero scoperto, C’è il campanile e una
campana e la chiesa e solata e coperta,
ed è lunga 10 x 8 e non c’è sacrestia.
Casa vicina alla chiesa con giardino di pertiche 3. Nel medesimo
giorno (delle visite precedenti) il reverendo visitatore (non citato per nome)
visitò la chiesa di Santa Maria Assunta del luogo di Peveranza. In questa
chiesa non è tenuto il Corpo del Signore. Ci sono due altari considerati
maggiori. E' presente un battisterio scoperto e murato. L'olio crismale è
conservato in casa in un vaso di piombo. E' presente un campanile e una campana
ed è assolata e coperta. Ed è lunga 10 brazzia
e ampia 8. Nella detta chiesa celebra Giovanni de Crustis, e non c'è la
sacrestia, ma la sua casa è vicina alla chiesa e c'è un giardino. L'altare è
consacrato. E' presente il libro dei battezzati e dei matrimoni. E ci sono soltanto quattro case nella cura
. I paramenti sono i seguenti: Una croce di oricalco; Una coppa con la patena e
altri finimenti sul calice; 4 planete di cui una di rasso morello; tre camisce;
tre amiti; quattro stole; un pallio di rasso morello con l'Assunzione; quattro
grandi candelabri e quattro piccoli; quattro manipoli; due pietre consacrate.
Prima
annotazione: Abbiamo a toccare con mano le dimensioni della
prima chiesa di Peveranza! Quella Chiesa o Cappella le cui tracce si perdono
nella notte dei tempi: ha dimensione – in misure odierne[2]
– di mtl 5,95 x 4,76 si intende misura interna del vano escluso i muri. L’altro
dato che già avevamo intuito, sempre dal censimento del 1550 è legato alla casa parrocchiale che è “vicina”
alla chiesa e non collegata ad essa.
Seconda
annotazione: è una brevissima osservazione che in pratica ci fa
capire come Peveranza sia minuscola e povera, il fatto di descriverla con un
laconico “ci sono solo quattro case”
ci dice tutto del suo poco entusiasmo d’essere in questo luogo. Però ci da una unica
notizia: il suo disappunto ci conferma che non vi sono edifici degni di nota ne
conventi, case religiose o altro ne torri o luoghi fortificati, ci sono solo 4
case…..
4
LUGLIO 1570
L’arrivo di Carlo Borromeo in Peveranza,
avviene ai primi di luglio del 1570, esattamente il 4.
Dalla relazione che si trovano depositate presso
l’archivio della Pieve di Gallarate e nell’Archivio della Parrocchia, emergono
dati ragionevoli che configurano per la prima volta lo stato civile della
piccola comunità di PIPERANTIO e i suoi fedeli. Chiesa di Santa Maria
(senza Assunta):
Lo scrivano rappresenta così i luoghi religiosi:
C'è un
(fonte) battesimale a piramide fatto di pietra che si riempie d’acqua. Il
sacrario è lì vicino e bisogna sistemarlo affinché si possa chiudere.
Il
cimitero è cinto da barriere (cancelli).
(Ci
sono) due altari cioè: Il maggiore è costruito sotto un arco con dipinti in
parte logorati dal passare del tempo.
Con
un’ancona di tela dipinta dal lato sinistro della stessa cappella c’è una
finestra senza grata né tenda (stamigna), con una predella ’condelenti’.
In
mezzo alla chiesa lungo la parete c’è un altare sotto lo stesso titolo (o
iscrizione?) di Santa Maria senza icona ma con dipinti sulla parete al posto
dell’icona. (C’è) una piccola predella. Non ha la dotazione (necessaria) e non
vi si celebra.
La
chiesa è piccola. A destra del predetto
altare in alto c’è una piccola finestrella. Sul frontespizio c’è un occhio
(finestra rotonda?) sopra la porta maggiore e a sinistra di tale porta c’è una
finestra vicina al terreno senza inferriata (?) né tenda. Le pareti sono
(parest suni=parietes sunt) ricoperte ma non intonacate dove non ci sono
dipinti. Il soffitto è da ricoprire.
Non c’è
la sacrestia.
C’è una
campanella sopra due piccoli pilastri.
Non
confessati: Marco de Crustis, Battista de Crustis suo fratello, Matteo de
Crustis cugino, Andrea de Guidis.
C’è una
casa confortevole con il giardino (parco) come abitazione del rettore davanti
alla chiesa in mezzo alla strada[3].
Vi sono numero 4
famiglie con circa 40 anime
ammesse alla Comunione, stiamo parlando di uomini e donne in età adulta, e 4 gli inconfessi, fatto questo di
non poco conto come vedremo in seguito.
Lo Stato del Clero testimonia la presenza del Rettore
C.to Johanne De Crustis di anni 45 dei libri del Catechismo e la
Bibbia; si annota come il parroco “talvolta”
Professa la Dottrina Cristiana e non predica nei gg. Festivi e si indica che la
chiesa non ha reddito[4],
il Confessore è il Prevosto di Besnate e confessa 2 volte al mese; il Curato
veste abito togato.
E’ una descrizione più attenta, sappiamo così che
non vi è una vera e propria torre campanaria come si poteva presupporre dalla
Visita del Clivone ma 2 pilastri con Campanella, che la chiesa è piccola e qui
abbiamo le misure del Clivone che c’è lo confermano e che non c’è sacrestia. Si
attesta ancora una volta che: c’è una
casa davanti alla chiesa, in mezzo alla strada.
[1] Rettore della Casa dei Gesuiti di Milano.
[2] Abbiamo
convertito le braccia Milanesi in metri con il parametro di 1 braccio = 59, 49
cm
[3]
ASBSMAGa, Cartella 1. Documento tradotto dalla Dott.
Sa Giuditta Campello.
[4] ?? vi sono beni di proprietà vedi Patronato Castiglioni e il precedente
elenco fatto dal Curato.
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