venerdì 27 settembre 2019


Capitolo LXXVI

I PARROCI
DEL TARDO OTTOCENTO




Abbiamo per grazia ricevuta, qualche informazione in più dalla Cronaca parrocchiale, che inizia ad esser redatta con indicazione non solo delle questioni religiose ma anche di quelle civili, e quindi sono per noi fonte alla quale abbeverarsi.


1889 - Parroco Giovanni Todeschini già coadiutore in Cairate, il quale, a causa delle note leggi eversive di quegli anni dovette ben presto lasciare (31 luglio 1891) spazio ad un delegato arcivescovile. Le ”leggi eversive” promulgate dal governo italiano nel luglio del 1866 e nell’agosto del 1867 soppressero numerosi Enti Ecclesiastici espropriandone il patrimonio[1]. Acuendo così ancor di più la divisione tra Stato e Chiesa. Rimasto senza decime e con conflitti insanabili con alcuni residenti in paese se ne andò altrove.  A lui si deve il pavimento in mosaico del viale della chiesa fatto grazie al contributo economico di un parrocchiano.


Editto per la nomina del nuovo sacerdote 1891 – ACC -.

1892 - Il 4 di dicembre 1891 veniva nominato delegato Sac. D. Agostoni Carlo nativo di Cartabbia[2]; appena ordinato sacerdote diviene vice rettore  del Seminario di S. Pietro Maggiore, poi Coadiutore a Premana e Chierico a Verdegno infine Coadiutore a Margno (Lc). 
Nell’agosto del 1892 assumeva l’incarico di Rettore in Peveranza; ailui il giorno stesso della presa in possesso venne colpito da un attacco di mal caduco, che lo perseguitò sino alla morte avvenuta il 19 gennaio del 1904 in quel del Santuario di Nostra Signora della Caravina (CO). Fu nominato dal Card. Ferrari. A lui si deve la stesura del Liber degli anni 1892/1897.
Nel Liber si segnala come in questi anni 1892 e 1983, vi sia abbondanza di raccolti e dai Bozzoli
Si ricorda altresì la generosità di un nostro concittadino (Saporiti Battista fu Luigi) che venuto dall’America dava al Parroco la somma di 450 lire per l’altare maggiore che avesse un corredo di candelieri maestosi e brillanti. Fece anche installare i nuovi quadretti della via Crucis, grazie ad offerte (non sappiamo di chi)  benedetta dal Padre Cappuccino Bernardino da Desio, non ci dice quando.
Il raccolto degli anni 1894 e 1895 fu scarso.
Nelle Osservazioni della Visita del novembre 1896 troviamo come siano inventariati i due altari laterali con dedicazione generica alla Madonna e a S. Carlo.
Nel 1897 il reverendo parroco causa i noti problemi di salute si ritirò presso il fratello Don Pietro, parroco di Muggiasca, Pieve di Bellano.

Nel questionario in preparazione per la Visita Pastorale, troviamo alcuni dati interessanti. Il numero degli abitanti è 378, la Chiesa secondo l’estensore ( il parroco) è capace di 600 persone!! 

Il Biello viene definito Frazione, distante dalla chiesa parrocchiale 10 minuti e con 15 abitanti.



[1] L. Del Boca. Op. cit. «In sei anni, dal 1848 al 1854 furono contratti prestiti per 503.252.162 lire con un aggravio annuo di interessi passivi di 28.901.443 che si debbono sborsare ai mutuanti». Finanza allegra e distratta. «Eravamo debitori di 503 milioni, ma nelle casse dello Stato ne erano entrati 418, dunque erano 85 quelli andati in evaporazione.» Rubati strada facendo. «Chi tocca questi bei milioni (e taluno li tocca perché nelle pubbliche casse non c'entrano) ha ragione per parteggiare per il sistema degli imprestiti.».
Si tentò di rimediare al deficit espropriando i beni ecclesiastici, ma i risultati furono irrilevanti: nell'erario entrarono pochi spiccioli, ma una quantità di signori riuscì ad arricchirsi comprando all'asta - a poco prezzo - dei patrimoni immensi. Nel 1867 vennero alienati circa 7.000 lotti di terreno appartenenti a congregazioni religiose, per un ricavo di 57 milioni: un'inezia tenendo conto del potere d'acquisto della moneta. L'anno successivo i lotti furono 26 mila e l'incasso 162 milioni, in proporzione ancora meno. Pochi latifondisti ebbero la possibilità di ingrandire i loro patrimoni.
Alcune congregazioni religiose che concepivano il loro apostolato come carità al prossimo furono costrette a sciogliersi. Decine di migliaia di poveri che venivano assistiti dai religiosi si trovarono ancora più poveri, senza sapere a chi rivolgersi per ottenere un briciolo d'aiuto. Forse è eccessivo sostenere la tesi secondo la quale il Risorgimento - altro che amor di patria - diede corpo a un grande complotto ordito contro la Chiesa e che, per azzopparne il potere spirituale, si tentò di togliere ogni proprietà e persino ogni mezzo materiale per sopravvivere. E, però, certo che le guerre d'Indipendenza le pagarono i frati, i preti e le suore con i loro beni e con i loro sacrifici.
[2] Nato il 26 giugno 1854, così scrive di suo pugno nello Stato delle Anime del 1896, Altri scrivono nativo di Primaluna.

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