Capitolo LXXXIII
1912,
L’ACQUA PUBBLICA
Come sempre ultimi
E’ questo l’anno dove il Comune di Cairate[1]
delibera di dare inizio ai lavori di realizzazione del Pozzo d’acqua potabile
per la frazione di Peveranza su terreno indicato dal progettista Ing. Cagnola,
incaricato un anno prima, che individuò 3 soluzioni e indicò il luogo: il
terreno annesso alla scuola del Comune.
Come sempre e da sempre ci vollero le vibrate proteste dei cittadini di
Peveranza per convincere la Spett.le Giunta Comunale a darsi da fare, infatti
il 19 ottobre 1910[2], dopo anni di insistenti
richieste, il Parroco don Samuele Orio, mise nero su bianco le accorate e
giuste lamentele dei cittadini Peveranzesi che firmarono in massa; così esordì
la missiva: I sottoscritti abitanti di
Peveranza, si rivolgono a Codesta Amministrazione Comunale per richiamarla alla
considerazione della assoluta necessità, in cui si trova il paese di essere
provveduto di acqua potabile. Ciò che si è fatto per cairate e bolladello, ove
minore era il bisogno, avendosi pozzi comunali con relative pompe, con tanta maggiore
ragione si deve fare a Peveranza, dove gli abitanti sono costretti a serversi
di acqua che non corrisponde per nulla alle più elementari norme di igiene e
polizia. Proseguendo poi con un chiaro avviso: Nel caso poi che codesta Amministrazione continuasse come in passato
(sic!!!) a rimandare il provvedimento richiesto, i sottoscritti si fanno dovere
prevenire che verranno costretti rivolgere reclamo all’Autorità Superiore.
Segue la firma del Parroco e di 58 capifamiglia.
In precedenza ovvero nel 1909[3],
vi era stato un carteggio tra la ditta Torri e il comune per utilizzare il
pozzo sulla proprietà Torri, ovvero alla Fornace, e far si che si attivassero
fontane con resa di circa 20 mc al giorno di acqua potabile con recapito in
piazza della chiesa; i costi proposti furono riteniti sproporzionati all’opera
e questo portò la Giunta Comunale alla costruzione del pozzo. Resta comunque il
fatto che il Pozzo della fornace fu utilizzato dal Comune come pozzo di riserva
per la popolazione sino a tutto il 1920[4].
E si perché sino ad allora ogni cortile aveva il proprio pozzo personale,e
le famiglie captavano l’acqua in quantità minime e con un controllo igienico
che lasciava a desiderare, subendo vista la poca profondità dei pozzi, tutte le
siccità che la natura inviava come ben descrive la relazione del 1918 contenuta
nella delibera n. 752[5]
per spese straordinarie per provvedere d’acqua potabile la frazione di
Peveranza, del Gestore sign. Giuseppe Macchi allor’quando ripristinò l’uso del
pozzo della fornace, provvedendo allo spurgo e riparazione per sopperire
appunto alla frequenti siccità dovute alle mancanze di precipitazioni.
Il 13 dicembre 1913, l’Ufficio Igiene del Comune di Milano con la sua
stazione mobile fece analisi delle acque dell’erigendo pozzo della profondità
di 37 metri e stabili che l’acqua esaminata era Salubre[6].
Il Pozzo di nuova realizzazione arrivò alla profondità di falda di 41 mtl
impensabile per un pozzo privato.
L’impresa che realizzò il pozzo fu la Bonfanti Castiglioni di Busto Arsizio; Sindaco di allora era il signor Corti Rinaldo. Il collaudo definitivo avvenne il 30 ottobre 1916.
Come si suol dire .. fatto il pozzo bisogna fare.. la rete idrica...Da quel momento iniziò comunque una sequela di opere di riattamento, sistemazione e modifiche che si protrassero sino al 1923… Anno in cui il Comune contrasse un Mutuo[7] di 28.000 lire per realizzare l’acquedotto della frazione di Peveranza però non sappiamo a consuntivo dove è stato speso.
Disegno allegato alla cartella della Delibera - ACC -. |
L’impresa che realizzò il pozzo fu la Bonfanti Castiglioni di Busto Arsizio; Sindaco di allora era il signor Corti Rinaldo. Il collaudo definitivo avvenne il 30 ottobre 1916.
Come si suol dire .. fatto il pozzo bisogna fare.. la rete idrica...Da quel momento iniziò comunque una sequela di opere di riattamento, sistemazione e modifiche che si protrassero sino al 1923… Anno in cui il Comune contrasse un Mutuo[7] di 28.000 lire per realizzare l’acquedotto della frazione di Peveranza però non sappiamo a consuntivo dove è stato speso.
Sappiamo dalla documentazione in nostro possesso che nel 1938 con
delibera n. 82 del 20 giugno, FINALMENTE L’amministrazione[8]
si accorge che:
La frazione di questo comune Peveranza, non è dotata
di acquedotto e che da lungo tempo fa pressione a questa amministrazione per
ottenerlo;
Rilevato che TUTTA la rimanente popolazione del
Comune, compresa la frazione di Bolladello, è dotata di impianto di acqua
potabile, e che si è ravveduto anche la necessità di provvedere all’impianto
anche per la frazione di Peveranza ( e sti rompi…
di peveranzesi, mai contenti …)
Rilevato che già esiste da parecchi anni il pozzo
relativo ed il serbatoio e che l’acqua destinata al consumo è già stata
sottoposta con esito favorevole all’analisi da parte del laboratorio
provinciale d’Igiene e profilassi;
Si è proceduto a suddividere il lavoro in 3
ANNI ops, cancellato anni e
sovrascritto LOTTI..
in quell’anno 1938 si avviò il prolungamento della rete di distribuzione
dall’incrocio di Via Saporiti con via Cattaneo sino alla Tessitura.
Nel 1941, 1 ottobre, il II° lotto venne assegnato alle ditte Saporiti
Antonio e F.lli Saporiti di Cairate[9]
e si proseguì nel lento lavorio di adeguamento e di aggiornamento della rete
pubblica.
Poi dopo il lungo silenzio della guerra, nell’adunanza straordinaria del 2 febbraio 1947, Il Sindaco comunica che: giungendo alla frazione di Peveranza la tubazione d’acqua solo al principio del paese, molte case ne restano sprovviste e fra queste si è avuto casi di TIFO(!!!) e provvedendosi esse dalla fontana pubblica, per il gelo di questa non hanno alcun mezzo di approvvigionamento, si deliberarono altri lavori di posa di condotte.
Il tutto sino all’alba del 1992… momento in cui si attivò il pozzo di valle e finì l’epoca delle grandi siccità in peveranza… cairate patria nostra…
[3]
ACCa. F L P, Cartella 72, Categoria X, Classe 8.
Delibera di Consiglio del 12 settembre 1909 n. 189 Proposta d’impianto del
servizio dell’acqua potabile nella frazione di Peveranza. Sindaco Corti Rinaldo.
Poi delibera del 29 maggio 1910, n 257 Ancora sull’impianto dell’acqua potabile
nella frazione di Peveranza.
[4]
ACCa. F L P, Cartella 72, Categoria X, Classe 8.
1918/1920, corrispondenza tra il Sindaco e la signora Carla Viganò vedova
Torri, residente a Corsico (Mi).
[5] ACCa F L P,
Cartella 72, Categoria X, Classe 8. Verbale del Consiglio Comunale di
Cairate, seduta straordinaria, Provincia di Milano, Circondario di Gallarate,
Mandamento di Busto Arsizio, Seduta dell’11 agosto 1918.
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