Capitolo IV
LA VIABILITA’ ANTICA
Congetture sulla Fondazione
del luogo di PEPERANZO
Lo studio della professoressa
Rondinini[1]
La
viabilità tra Roma e Milano tra III e XIV secolo, illustrato nel Convegno Cairatese del 1992, ci introduce ad un tema di
non poco conto: La viabilità antica e le
strade Sepriesi nel complesso sistema geopolitico lombardo.
Per la nostra comunità ci illuminano le sue conclusioni:
- Il sistema viario romano nel periodo medievale si trasforma: da una strada principale che collega città con città si passa ad un reticolo di strade serpeggianti ognuna delle quali offre un tragitto alternativo.
- v Queste strade alternative sono le matrici della toponomastica e della micro-toponomastica spesso con i loro nomi legati alle colture, agli usi e costumi dei luoghi, allo stato dei luoghi punteggiando i nostri documenti.
- v La «creatività» del sistema viario medioevale che fu determinato dall’esigenza di immediato utilizzo di percorsi diversi in un contesto territoriale in continua evoluzione urbana e politica.
- v La creazione nei secoli X-XI di un sistema viario per necessità: non più una strada rettilinea ma una strada salvaguardante nel suo percorso le singole proprietà, i diritti signorili e quelli di passaggio.
- v La promozione di Milano a capitale dell’Impero: le vie a nord della città ricevettero nuova attenzione.
- v L’estensione del territorio Sepriese che dal Ceneri raggiungeva la val d’Intelvi, la sua posizione strategica tra Como e Milano la sua valenza economica e l’orografia dei luoghi lo avevano reso un terreno privilegiato per comunicazioni viarie. Ne risultava un territorio simile a un quadrilatero irregolare fitto di centri abitati e vie. Perno di un sistema militare, economico posto tra la sfera milanese e l’impero degli Svevo.
Mappa del territorio allegata al Liber del Bussero: in rosso il gradiente collinare; in giallo il confine della Pieve di Gallarate; in Nero la viabilità medioevale. |
La viabilità tra
le grandi civitas quali Como, Novara, Milano e l’Oltralpe, si intersecava lungo
i territori del Seprio[2]. Sicuramente vista l’orografia dei suoli e la
particolare collocazione dell’abitato di Peveranza – ai piedi delle colline
moreniche, radici delle Prealpi Varesine – si può pensare ad un percorso che da
Gallarate - Capo Pieve - attraverso Cassano Magnago, passasse da Bolladello
attraversando Peveranza, per raggiungere Castelseprio caput mundi e da lì avviarsi verso il nord;
La viabilità passante per Peveranza era una viabilità in sicurezza dato l’attraversamento di luoghi abitati a distanza utile e quindi considerata agevole per raggiungere la località Sepriese, e pertanto anche l’eventuale «posto di Guardia» lo dobbiamo figurare come un semplice luogo ove il controllo era deputato ai residenti e non a militari di professione. Lo stesso Toto e i suoi successori potrebbero essere i milites deputati a questo: controllo e esazione della tertia.
Il “posto di Guardia” poteva anche essere (vale la
pena ripetere) posto di scambio di cavalli e luogo di sosta per i viandanti.
La Cartografia Del XVIII° Secolo (Catasto
di Maria Teresa)[3]
ci rivela quali fossero le strade che possono dirsi medievali, affrancandoci
allo Studio della Professoressa Rondinini possiamo affermare che la
Cartografia MT è la oggettiva fotografia
delle strade Medievali, perlomeno di molte di esse; grazie alla moderna
tecnologia ci è stato possibile unire molte mappe catastali e così il quadro
visivo si amplia, ci permette di verificare quali e quanti percorsi si sono
sviluppati da e per i centri abitati che hanno fatto la storia del Contado
Sepriese.
Resta comunque evidente
che con il declino di Castelseprio, la strada che attraversa Peveranza perde il
suo valore originario e diviene sempre più strada marginale alle vicende della
storia e del territorio.
[1]
G. Soldi Rondinini, La viabilità tra Roma
e Milano tra III e XIV secolo, pp. 73-85; in Atti del Convegno Cairatese:
Cairate e il Seprio nel Medioevo, 1992.
[2]
Il
territorio sepriense, affacciato sui laghi e percorso da importanti vie di
comunicazione stradali come la Comum-Novaria e la Mediolanum-Verbanus con
relative diramazioni, nonché le vie d'acqua come l'Olona e dello stesso Ticino,
è stato abitato sin dai tempi più remoti come provano numerosi e importanti
ritrovamenti archeologici. I territori di Cassano Magnago , Gallarate e Arsago
Seprio in particolare hanno restituito materiale golasecchiano, gallico e
romano ed erano sedi di vici almeno dal I secolo d.C. Un po' ovunque sono
emersi a più riprese sepolcreti di età repubblicana, imperiale e tardo
imperiale, resti di abitazioni, di strade selciate, di impianti produttivi
(fornaci e fonderie), epigrafi con iscrizioni votive a Giove, Mercurio ed
Ercole, singole monete e tesoretti e, come a Solbiate Arno, materiali di uso
domestico databili ai secoli III-IV d.C.. C. Brandolini E. Percivaldi, op. cit.
[3] Le tavole
censuarie e i sommarioni sono visibili presso l’Archivio di Stato di Varese
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