mercoledì 25 settembre 2019


Capitolo XXXI

PER RIMANERE IN TEMA: LA PESTE.






Non abbiamo notizia delle epidemie di peste che attraversarono i nostri territori[1], nessuna delle pestilenze del 1348 e del 1440, né di quella dell’estate del 1524 che colpì Gallarate, né della più conosciuta e molesta che fu quella del 1576 definita peste di San Carlo e nemmeno di quella del 1629 che produsse moria innumerevole di abitanti della Lombardia. I Libri dei Battesimi e dei Matrimoni, ci consegnano, essi soli, scarne informazioni ovvero un mero elenco numerico: Matrimoni: un matrimonio ma mancante la data lo dobbiamo collocare tra il 1574 e il 1577, quindi non avvalla e non conferma la pestilenza;
Battesimi: 4 battesimi nel 1575, 1 nel 1577, 2 nel 1578 numeri che non ci dicono nulla nella sostanza le nascite fatto salvo il 1576 sono costanti.
Nemmeno per l’epidemia Manzoniana, Gallarate ebbe circa 450 vittime su 2500 abitanti, abbiamo alcun dato perché tra un matrimonio del 1626 e l’altro del 1630 non v’è possibilità di dire che la peste ha inciso essendo il periodo molto lungo e non interamente soggetto all’epidemia. Per i Battesimi abbiamo 4 battesimi nel 1626, 2 nel 1627, nessuno nel 1628, 1 nel 1629, 3 nel 1630 e 4 nel 1632.Sappiamo che diversi paesi della Valle Olona furono colpiti dalla peste tra questi Fagnano e Gorla Maggiore; vi è oltre Valle, alle spalle della località detta Barlam[2], una zona chiamata Lazzaretto, vi giungono ben tre strade vicinali che prendono questo nome del Lazzaretto, una dalla cascina Gitti, una dalla via del Barlam chiamata comunale della brughiera e una dal territorio di Fagnano, forse a voler significare una comunanza d’uso del luogo. Qui, oggi, capeggia una croce in ferro in memoria del luogo che fu, ma Peveranza è molto lontana dalla valle d’Olona e con essa a poco da condividere, come sempre detto il riferimento per i peveranzesi era ed è Gallarate.
In Bolladello l’odierna piazza I° Maggio era il Lazzaretto[3], a testimonianza di epidemie qui subite. C’è in realtà un dato interessante che ci viene fornito dalle Cronache Pastorali, i censimenti redatti dagli estensori delle visite presso le comunità religiose, e qui sinceramente qualche informazione in più c’è, il numero dei residenti è variato, perlomeno con la prima pestilenza del 1576:
1574    =   Status Animarum = 84 - 6 nuclei familiari
1597    =   Status Animarum = 65 - 8 nuclei familiari
1622    =   Status Animarum = 80 anime in totale.
Vero in Chiesa vi è la statua di S. Rocco Patrono degli appestati a testimonianza di una protezione richiesta; per cui restiamo con questi dati e senza certezza, nella speranza che essendo località periferica e avulsa a qualunque interesse politico o economico visse marginalmente tali pestilenze mortali.


[1] Intendendo con territori Peveranza, ma qui nulla nemmeno nei registri della parrocchia vi è alcun cenno, non vuol dire che non vi sia stata, ma di certo non ne abbiamo testimonio.
[2] Vi è posta una croce di ferro a memoria del luogo e questa si trova nel bosco ceduo lungo il confine territoriale dei comuni di Cairate e Gorla Maggiore.
[3] Ringrazio l’ing. Rossi Licinio per la sua dotta dissertazione sulla tradizioni del luogo di Bolladello e delle preziose informazioni che mi ha fornito in quelle 3 ore di racconto che mi ha donato. CT- Maria Teresa, foglio 4 D particella 102 dal Sommarione VI allegato risulta essere di proprietà del Commune di Bolladello.

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